“Pur nella sua specificità la situazione sarda riflette la crisi che il Partito attraversa a livello nazionale. Come in molte altre situazioni anche qua il conflitto ha ad epicentro il vertice del governo locale e la maggioranza localmente dominante.
L’assenza di una pratica della legalità solidamente condivisa rende difficile la soluzione dei conflitti che vanno moltiplicandosi a livello di base.
L’intervento del vertice centrale in genere invocato dai titolari delle cariche pubbliche contro la maggioranza che governa il partito locale invece di semplificare complica i conflitti locali a causa dell’indebolimento della leadership nazionale.
La carenza di strumenti politici e regolamentari per la soluzione dei conflitti finisce per alimentare un giro vizioso che sovrappone la divisione tra correnti, il contrasto tra periferia e vertice, e lo scontro tra partito e amministrazioni locali.
Se non vogliamo uscirne tutti perdenti, è bene che ognuno stia al suo posto e tutti rispettino le regole. I responsabili istituzionali rispettino gli organi di partito.
Il centro non si intrometta ed anzi respinga chi vuole coinvolgerlo nelle dinamiche locali. E le correnti se hanno qualcosa da dire la dicano a volto scoperto nelle sedi proprie.”