(ANSA) – ROMA, 1 SET – ‘Le divergenze sulla legge elettorale tra la Presidente della Assemblea Nazionale e il Vicesegretario del Pd dicono gia’ da sole quanta sia la confusione nel Partito, e quale sia lo stato di salute della democrazia al suo interno. Non e’ infatti la prima volta che la Bindi denuncia con passione il fatto che le decisioni sulla legge elettorale non siano ‘mai state decise in alcuna sede collegiale’. A dirlo e’ Arturo Parisi, ulivista del Pd. ‘ Non e’ una cosa da poco. Si tratta infatti della persona che presiede Direzione e Assemblea Nazionale, cioe’ a dire di quelli che sono appunto i due massimi organi collegiali del partito – prosegue -. Questa volta ad essere oggetto della denuncia della Bindi, che dichiara all’Unita’ di non sapere ‘di quale legge parli’ Letta, e’ la destinazione del cosiddetto premio di maggioranza ‘al primo partito e non alla coalizione”.
‘Che dire allora – aggiunge Parisi – del ritorno ad una legge ad impianto proporzionale del quale tutti leggiamo da mesi sui giornali? Che dire di una legge che restituisce solo in parte agli elettori il diritto di eleggere i propri rappresentanti a loro sottratto? Che dire di una legge pensata per impedire che esca dal voto una maggioranza e un governo forti del voto popolare?’.
‘Forse – conclude – i vertici del Pd pensano che i loro accordi e i loro disaccordi passino inosservati ai cittadini.
Forse pensano che non leggano i giornali o non capiscano. Forse pensano di far passare la vergognosa legge che si annuncia imputandosi all’interno del partito l’un l’altro le responsabilita’, esattamente come al tavolo ABC pensano di fare Berlusconi con Bersani e Casini. Non si facciano illusioni. I cittadini vedono e capiscono. E alla fine votano’.