9 Aprile 2003
IRAQ: PARISI, LA LEGGE E LA RAGIONE SI IMPADRONISCANO DELLA VITTORIA
“Nonostante il sentimento dominante di quest’ora non può non essere la pietà per le vittime, come non condividere la soddisfazione per la conclusione della guerra, come non condividere il sollievo del popolo irakeno per la fine della dittatura?
Il fatto che la guerra si sia conclusa, ammesso che si sia conclusa, non ci consente tuttavia di mutare di una virgola il giudizio che abbiamo dato prima e durante lo svolgimento del conflitto: come abbiamo detto alla vigilia la guerra promossa dalla amministrazione Bush resta una guerra ingiusta e illegittima. Nessuno si illuda che la fine di una dittatura sulla punta delle baionette possa essere pagata a prezzo della legalità internazionale dando seguito a scelte pregiudiziali e unilaterali. Solo il ripristino di un approccio multilaterale nel quadro dell’ONU potrà consentire di riprendere il discorso che questa guerra ha interrotto. Sta scritto che Dio fa impazzire chi ha destinato alla sconfitta , la storia ci ricorda tuttavia che spesso una vittoria può accecare più che una sconfitta. È necessario che la ragione e la legge si impadroniscano di questa vittoria prima che generi una nuova e più grave sconfitta”.