Roma, 29 ago. (Adnkronos) – L’invio di armi alla resistenza curda in Iraq per difendere i civili dalle violenze e dalle azioni di guerra dell’Isis è stata una scelta “inevitabile”. Lo ha detto all’Adnkronos l’ex ministro della Difesa Arturo Parisi, commentando in termini positivi la scelta fatta dal Parlamento lo scorso 20 agosto.
“Dopo le immagini drammatiche e gli appelli accorati che ancora ci raggiungono dall’Iraq -ha osservato Parisi- non potevamo certo limitarci alle poche decine di tonnellate di acqua e di biscotti, con il contorno di qualche centinaia di tende e di sacchi a pelo che abbiamo inviato all’inizio. Detto questo le armi che abbiamo deciso di inviare rappresentano solo il primo passo di un cammino rischioso. Una scelta di campo dentro un conflitto che è difficile non chiamare guerra. Modesto sul piano militare il contributo offerto ai curdi, apre sul piano politico una prospettiva potenzialmente drammatica”.
“Minimizzare la scelta sarebbe l’errore più grosso. E’ urgente che il Paese tutto la faccia propria prendendo consapevolezza della pericolosa sfida aperta dall’Isis. Anche perchè come ha confessato Obama dobbiamo riconoscere che, di fronte alla sfida jihadista, non disponiamo di una strategia adeguata e condivisa. Per spiegare il primo passo del cammino intrapreso -ha concluso Parisi- ci basta dire che non potevamo far finta di non vedere. Per spiegare il secondo abbiamo invece bisogno di capire dove stiamo andando”.
(Ruf/Ct/Adnkronos)