7 Ottobre 2012
INTERVISTA AD ANDREA CANGINI DEL QUOTIDIANO NAZIONALE
Soddisfatto dell’assemblea nazionale?
Al di là dei dettagli e dei nodi irrisolti è stata comunque la prova che la talpa del cambiamento, che i capipartito pensavano di aver fatta fuori, è più viva che mai e continua a scavare sotto i loro piedi. Dopo il diritto di scegliere direttamente i sindaci e i governatori, vedrà che prima o poi conquisterà anche quello di scegliere la guida del governo nazionale. E assieme a questo il diritto di scegliere non tra proposte precucinate da altri, ma, grazie alle primarie, di partecipare anche alla definizione delle proposte. Chiamati a fare i conti con la convinzione diffusa che solo il voto dei cittadini può legittimare la pretesa di comandare gli altri, anche quelli che pensavano che questa sia una idea pericolosa, o, come dicono loro, populista, sono stati costretti a fare buon viso a cattivo gioco. Per ora nel campo di centrosinistra, e, prima o poi, vedrà, anche a destra.
Secondo molti, Bersani ha preso le distanze dalla nomenclatura. Condivide?
È il bello delle primarie. Quando diventano vere. Personale la responsabilità alla quale ci si propone. Personale la sfida di chi si oppone. Personale l’iniziativa e le scelte di chi ci mette la faccia. Anche se è uno come Bersani che finora ha preferito evocare la ditta che sta alle sue spalle.
Interpretazioni dubbie. Ci si potrà iscrivere all’albo contestualmente al voto o no?
È il punto che è restato più oscuro, coperto da interpretazioni opposte e da possibili eccezioni. Penso che, all’interno del gruppo dirigente, resti un punto veramente irrisolto. Penso pure che man mano che crescerà la fiducia nell’esito atteso, allenteranno i vincoli. Nel caso opposto tireranno invece le briglie.
Secondo lei cosa sarebbe meglio?
Per le primarie, e per la democrazia è meglio tutto quello che favorisce la partecipazione, o, almeno, non arretrare rispetto alle primarie precedenti, quelle di coalizione che nel 2005 sancirono la candidatura di Prodi. Sottoscrizione aperta nel momento del voto.
Al secondo turno potrà votare anche chi non ha partecipato al primo o no?
Delle regole oscure questa è la più oscura. Più di ogni altra quella guidata dalla paura di perdere, o dalla sicurezza nella vittoria.
Secondo lei cosa sarebbe meglio?
Visto che il doppio turno, che io stesso avevo proposto, è stato adottato a somiglianza di quel che avviene nelle elezioni pubbliche, si adotti la regola applicate in quella occasione. Che ognuno possa votare nel secondo turno a prescindere dal primo.
Lei per chi voterà?
Prima voglio capire se scegliamo il candidato alla guida del governo di una credibie coalizione di governo, o solo chi dovrà guidare una lista dentro la competizione elettorale. A causa del rinvio scandaloso della nuova legge elettorale questa è l’unica cosa che non sappiamo. Non è cosa da poco. Il percorso giusto sarebbe dovuto essere prima la nuova legge, poi le regole per le primarie, e infine i candidati. La sequenza è stata esattamente quella opposta. Grazie a Renzi e a Bersani sappiamo che ci saranno le primarie, ma non sappiamo a che cosa servono.
Quali conseguenze sul Pd e sul sistema politico nel caso vinca Bersani?
Molte se la legge consentirà a cittadini di scegliere col loro voto il premier. Nessuna nel caso opposto.
E se invece dovesse vincere Renzi?
Sarebbe comunque un Big Bang.
Che chances potrebbe avere un ipotetico governo Bersani-Vendola tenendo anche conto delle posizioni della minoranza renzian-montiana del Pd?
Solo la legge elettorale ci può dire se è pensabile che arrivino al governo. Solo il modo in cui si svolgeranno le primarie ci diranno quanto riusciranno a restarci.