5 Ottobre 2012
INTERVISTA A GIAMPIERO DI SANTO, ITALIA OGGI
Onorevole Parisi questo cambiamento in corsa delle regole per le primarie e’ un tradimento dello spirito delle primarie?
La verità è che c’è troppa confusione. Innanzitutto è difficile capire come possano svolgersi primarie di coalizione per la scelta del candidato premier del centrosinistra, senza che ci sia una coalizione nè che sia prevista l’elezione di un premier. Peggio, dopo che il partito ha predicato a lungo la necessità di superae l’idea di una competizione tra coalizioni e di tornare ad una competizion e tra partiti, e mentre ancora si lavora per un esito delle elezioni che rinvia l’elezione del premier a dopo il voto.
A termini di statuto e vero o non è vero che bersani sarebbe l’unico che può partecipare alle primarie di coalizione?
Certo. Lo statuto è infatti costruito sulla ipotesi di un sistema bipartitico, o, come minimo, bipolare con il Pd riconosciuto come guida del campo di centrosinistra. All’interno di questa concezione il candidato premier non può essere che il segretario del partito. Ma è Bersani che ha abbandonato questo modello tornando al modello ulivista. E’ Bersani che ha aperto la sfida e rilanciato l’idea di primarie di coalizione nelle quali il candidato premier ed il programma possano essere scelti dagli elettori del centrosinistra uniti e
mescolati a prescindere da eventuali appartenenze partitiche. E’ una scelta che io condivido ma che purtroppo è in contraddizione profonda con tutte le scelte passate e soprattutto con la linea seguita dalla rappresentanza Pd guidata da Violante che, al di là delle parole di facciata e contro i documenti ufficiali, ha operato per il ritorno ad un sistema proporzionale più o meno corretto.
e allora perchè l’assemblea nazionale non dovrebbe riscrivere le regole?
La domanda semmai è quella opposta. E’ Bersani che spiegare perchè, visto che vuole tornare alle primarie di coalizione, come quelle che scelsero nel 2005 Prodi, non vanno più bene le regole utilizzate allora.
pensa che con questa querelle delle primarie si rischi davvero la rottura del partito democratico come teme veltroni?
Che il tema sia serio è fuori discussione. Anzi serissimo. Un tema che chiederebbe un dibattito serio sul quale val la pena, come sui temi seri, di dividersi anche a rischio di spaccarsi. Si decide nientedimeno che della idea che il Pd ha di se stesso e del sistema politico. Ma sarebbe una novità assoluta. Da quando il Pd è nato l’Assemblea ha evitato ogni confronto politico reale. Il partito è guidato da una impostazione unanimistica che con la giustificazione della difesa dell’unità ha impedito ogni confronto reale sulle idee e sulla stessa scelta delle persone, a meno che l’esito non sia garantito in partenza.
Ritiene dunque che l’assemblea nazionale ratificherà una decisione già presa?
Spero proprio di no. Ma purtroppo non mi soprenderebbe. Non sarebbe la prima volta che una assemblea del partito si apre e si chiude con la relazione del segretario approvata più o meno alla unanimità e più o meno per acclamazione palese.
E ritiene che Renzi, come sostiene il politologo sartori sbagli a non partecipare alla riunione?
Sulla partecipazione di Renzi non ci ho riflettuto. Non so peraltro se ne abbia titolo e diritto di voto. Rifiuto tuttavia l’idea che le primarie e le loro regole siano riducibili ad una questione e risolvibili in un accordo tra Bersani e Renzi. E’ a se stesso che il Pd deve dare una risposta. Nel decidere delle regole il Pd decide infatti sulla sua funzione e sulla idea di sistema politico nel quale pensa di svolgerla.
Con l’albo degli elettori e il doppio turno pensa che la vittoria di bersani sarebbe assolutamente garantita?
L’albo è una cosa. Il doppio turno un’altra. Sull’albo è passata l’idea, non contrastata adeguatamente, che il gruppo dirigente lo voglia solo per assicurarsi che le primarie aperte siano meno aperte e l’esito meno incerto. L’idea è a mio parere fondata ed è da sola un segno di debolezza, in contrasto con il fatto che a rilanciare le primarie è stato lo stesso Bersani. Se è stata incoraggiata è tuttavia per rafforzare implicitamente il sospetto che si apprestino a partecipare alle primarie non elettori “di” destra, che delusi dalla scelta precedente si rivolgono al centrosinistra, ma elettori “della” destra infiltrati dalla destra per inquinare le primarie del centrosinistra. Un sospetto fondato sulla idea sbagliata che gli elettori appartengano stabilmente alla destra o alla sinistra, e siano incapaci di scegliere e modificare le proprie scelte. Quanto al doppio turno si tratta di una cosa diversa. L’ho chiesto io stesso da tempo con Airaudo, Flores, Hack e Lerner. Come avviene in Francia, e da noi a livello locale, ritengo infatti giusto favorire la convergenza dei consensi, e consentire al vincitore di poter avere alle sue spalle la maggioranza dei voti.