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6 Agosto 2010

GOVERNO: PARISI, ORMAI MAGGIORANZA ‘ALLA GIORNATA’, BERLUSCONI SI DIMETTA.

1) Anche Bossi ammette che e’ difficile andare avanti
cosi’; Berlusconi insiste sulle elezioni anticipate e già studia le date
possibile per il voto. Il Pd sostiene la necessità, al contrario, di un
governo di transizione (D’Alema e Bersani si sono espressi cosi’) senza
escludere la possibilità che a guidarlo possa essere Tremonti. Lei ha
detto che preferisce la strada del voto, perchè?

Che Berlusconi insista per elezioni anticipate me lo
sta dicendo lei. Invece di insistere si sarebbe dovuto limitare ad un
gesto semplicissimo. Dopo il voto di ieri si sarebbe dovuto recare dal
Presidente della Repubblica per comunicargli formalmente che il suo
governo non dispone piu’ della maggioranza sancita dal voto del 2008, e
rassegnare quindi nelle sue mani le dimissioni. Non e’ quello che ha
fatto. Ci troviamo cosi’ con un governo che dispone di una maggioranza
“eventuale”, una maggioranza “alla giornata”. Un governo con una
maggioranza “alla giornata” e’ un governo “alla giornata”, non
esattamente il Governo di cui ha bisogno il Paese soprattutto in tempi
come questi. Ne’ la situazione cambierebbe molto se andasse in porto
l’idea di un governo di transizione, fondato su larghe intese, per
affrontare una agenda essenziale si dice di poche cosette tra le quali
la legge elettorale. Gia’ nel dibattito di questi giorni abbiamo avuto
un primo assaggio. Transizione lunga quanto? Intese con chi? E
soprattutto su quali cosette? La crisi economica, la corruzione, il
fisco? Tutta robetta di pochi mesi. Senza poi dire della legge
elettorale nella quale nel mio solo partito, ho letto di alcuni che
puntano senza infingimenti al ritorno alla proporzionale, altri che
vorrebbero rafforzare il sistema bipolare con il voto dei sostenitori
del terzo polo, altri infine che piu’ prudentemente auspicano un mix
equilibrato di maggioritario e proporzionale. E le ho fatto la grazia
della questione su chi dovrebbe guidare il governo, perche’ gia’
l’ipotesi Tremonti dovrebbe superare il rebus di come si possa
promuovere a Presidente quello che appena qualche giorno fa abbiamo
accusato di aver imposto una delle manovre piu’ inique della storia. No!
La via maestra resta una sola. Tornare al voto. Io penso che Berlusconi
questa volta possa essere battuto. Ma deve essere battuto tra i
cittadini e dai cittadini, non col ritorno alle trame di palazzo.

2) Ieri Enrico Letta ha detto di preferire l’alleanza
con il terzo polo a quella con Idv e Vendola. Oggi Rutelli chiede al Pd di scegliere e
presto tra i centristi e Di Pietro. Qual è la sua opinione? Chi deve
scegliere il Pd?
Piu’ che scegliere il Pd deve avanzare una proposta
coerente per il governo del Paese almeno sui punti cruciali della agenda
di governo, e avanzarla a tutti senza preclusioni pregiudiziali,
escludendo inevitabilmente le componenti della coalizione che ha mancato
la prova del governo. Sara’ il contenuto delle proposte a determinare
le scelte. E’ evidente che nessuno puo’ pensare di rafforzare il
bipolarismo con i nemici del bipolarismo, ne’ portare avanti il
federalismo con le quattro sigle centriste che dico di aver individuato
il loro denominatore comune nella necessita’ di contrastare la Lega.
3) La possibile nascita di un terzo polo non
rischia di mettere fine al bipolarismo e quindi anche al progetto del Pd
per come era stato pensato?
Piu’ che la nascita del terzo polo a mettere a rischio
il progetto al quale abbiamo lavorato dall’inizio degli anni ’90
sarebbe la sua crescita. Ma questa crescita e’ a mio parere tutta da
dimostrare. Ci vuole ben altro che quattro sigle per fare un polo.
Quello che ai fini del bipolarismo mi preoccupa di piu’ e’ il modo in
cui viene proposta l’alleanza con questa aggregazione. E’ infatti
assolutamente evidente che per troppi la fine del bipolarismo non e’ il
presupposto ma l’obiettivo primo di questa alleanza. Molti pensano di
allearsi con i centristi per farsi chiedere da loro quello che non
oseremmo proporre a noi stessi. “Le trattative sono trattative”, dicono.
E aggiungono: “noi andiamo con le nostre proposte ma dobbiamo essere
pronti agli inevitabili compromessi di ogni trattativa”. Partiti
ufficialmente per combattere contro l’inaccettabile porcata della
attuale legge elettorale, molti che contro questa non hanno mai
combattuto, coltivano la speranza di riuscire ad indebolire l’impianto
della legge attuale ancora di piu’ di quello che la legge sia riuscita a
fare.
4) Romano Prodi alcuni giorni fà ha detto che era
difficile immaginare che la maggioranza sarebbe arrivata a questo
punto, a contrattare ogni giorno sul voto. Non le sembra quasi un
contrappasso?
Anche se la cosa puo’ apparire ora paradossale,
l’esperienza aveva gia’ insegnato che talvolta le vittorie eccessive
possono produrre tra i vincitori divisioni maggiori delle vittorie
risicate. Da questo punto di vista si potrebbe dire che la misura della
sconfitta del centrosinistra nelle ultime elezioni e’ la causa prima
della sconfitta attuale del centrodestra. Se il risultato fosse stato
allora 45 a 55 forse la storia sarebbe andata in un altro modo.
5) Quando si andrà al voto, il centrosinistra
dovrà scegliere il proprio candidato premier con le primarie. Lei
sosterrà il segretario del suo partito Bersani?
Se il Partito andra’ solo alle elezioni non ci sara’
nessun candidato da scegliere. Il candidato premier non puo’ che
coincidere col leader. Se invece, anche a partire dalla esperienza
passata, promuoveremo una coalizione, il mio voto andra’ al candidato
che dimostrera’ di essere piu’ capace di interpretare e di costruire
l’unita’ della coalizione.