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3 Maggio 2008

Governo: Parisi, Bossi antitaliano non può giurare da ministro

Fonte: Ansa

Roma – Come fara’ Umberto Bossi a giurare, da ministro, onore e fedelta’ alla Repubblica se prima non avra’ ”pubblicamente ritrattato le dichiarazioni antitaliane  che ha appena rinnovato?”. Se lo chiede Arturo Parisi, ministro uscente della Difesa, che fa riferimento al richiamo del Senatur alla ”bandiera padana”.

Parisi intanto plaude alla proposta di Giorgia Meloni, ex vicepresidente della Camera di An, affinche’ nelle scuole si canti l’Inno nazionale almeno una volta alla settimana e alla scelta di Gianfranco Fini di rendere omaggio al Tricolore nel suo discorso di insediamento alla presidenza della Camera.

Ma e’ proprio ad An che si rivolge l’esponente ulivista del Pd. ”Come pensano i dirigenti e esponenti di governo di quel partito – chiede infatti, conversando con l’ANSA – di poteri credibilmente proporre la loro iniziativa nazionale in Parlamento e all’interno del governo in compagnia del padano Bossi? E come pensa Bossi, risucchiato di nuovo nel suo passato secessionista, di poter giurare fra qualche giorno da ministro con onore fedelta’ alla Repubblica Italiana senza prima aver pubblicamente ritrattato le dichiarazioni antitaliane appena rinnovate?”.

Il riferimento di Parisi e’ alla ”recente contrapposizione da parte di Bossi di una supposta bandiera padana” rispetto al Tricolore. ”Di quel Bossi – aggiunge – che gia’ si era illustrato per l’invito a utilizzare il Tricolore per pulire un noto anfratto del suo corpo”A gennaio scorso, da ministro della Difesa, in occasione della ”Giornata Nazionale della Bandiera” a 211 anni della nascita del primo Tricolore d’Italia, Parisi  ringrazio’ i militari per la cura con cui esponevano la bandiera nelle caserme, lamentando che non facessero altrettanto tutti gli enti pubblici. E l’anno prima di fronte al monumento ai caduti di El Alemain, in Egitto, dichiaro’ che, pur trovando le parole di Mameli retoriche, l’Inno nazionale andava introdotto nelle scuole. Ora e’ d’accordo con Giorgia Meloni, che vorrebbe far cantare l’Inno nazionale a scuola una volta la settimana.

”Certo – dice Parisi – E, se non ci fosse il rischio della banalizzazione, lo farei cantare tutti i giorni”. Per l’esponente del Pd, ”il passaggio storico che abbiamo di fronte ci chiama ad essere presenti sulla scena europea e su quella mondiale come Italia. Dunque, e’ assolutamente necessario che i cittadini interiorizzino fin da bambini il senso di appartenenza alla comunita’ nazionale e il senso di lealta’ verso la Repubblica. Lo dico pensando a quanti sono cittadini da sempre e ancor piu’ a quanti aspirano a diventarlo. Impariamo dagli americani”.

Per questo, Parisi sottolinea di aver ”condiviso profondamente l’iniziativa intrapresa a suo tempo del presidente Ciampi a favore del recupero dei riti e dei simboli  repubblicani” e di essersi riconosciuto ”nei gesti che con continuita’ e coerenza va compiendo il presidente Napolitano”. 

”E’ per questo – aggiunge – che ho espresso pubblico apprezzamento per il tono e il contenuto del discorso di insediamento del presidente Fini e il suo riferimento al Tricolore. E’ per questo che mi riconosco nella scelta nazionale che ha connotato con forza sul piano simbolico la nascita del Partito Democratico. Si pensi agli stessi colori del simbolo del partito, alla scelta di identificare nel tricolore e nel solo tricolore l’identita’ del partito, alla decisione di concludere i nostri incontri col canto dell’inno nazionale”.

”Ma proprio per questo – osserva Parisi – l’auspicio da parte di An di iniziative a favore del tricolore mi costringe a rinnovare con forza la condanna della recente contrapposizione da parte di Bossi di una supposta bandiera padana. Di quel Bossi  che gia’ si era illustrato per l’invito a utilizzare il tricolore per pulire un noto anfratto del suo corpo”.

”Pensano proprio i dirigenti ed esponenti di governo di An di poter credibilmente proporre la loro iniziativa nazionale in parlamento e all’interno del governo in compagnia del padano Bossi? Pensa Bossi risucchiato di nuovo nel suo passato secessionista di poter giurare fra qualche giorno da ministro con onore fedelta’ alla Repubblica Italiana senza prima aver pubblicamente ritrattato le dichiarazioni antitaliane appena  rinnovate? Come proporre questi temi, simboli e riti come sacri ai nostri ragazzi – chiede l’esponente del Pd – mentre ministri della Repubblica li dissacrano pubblicamente
intenzionalmente?”.