Fini ha ribadito ancora una
volta che il suo posto e’ a destra ed e’ la destra che lui vuol cambiare
piu’ e prima che il Paese: della destra vuol modificare l’assetto di
potere interno, e restaurare la sua configurazione plurale. Se
l’obiettivo del Pd, era anche per gli strateghi del partito cambiare la
destra, dovremmo rallegrarci: la meta e’ vicina. La possibilita’ di un
nuovo governo, alternativo alle elezioni, che il Pd gli va prospettando,
e’ da lui pensata come un predellino dal quale far rimangiare a
Berlusconi la pretesa di potere assoluto impostagli tre anni fa da un
altro predellino. Forse e’ il caso che “la catena di comando” che guida
il Pd cominci a rendersene conto e si regoli di conseguenza.