Prima di esprimere un giudizio sulla risposta degli
elettori, oltre ai risultati di questa notte dei voti alle liste,
conviene aspettare i dati che domani ci verranno dal conteggio dei voto
di preferenza. I primi ci diranno se e quanto é cambiata la politica. I
secondi ci diranno quanto é cambiata la societá. A dirci in particolare
quanto é cambiata l’Italia sará il numero di persone che, nonostante
tutto quel che si é detto, letto e visto in questi giorni, hanno
scritto con la loro mano il nome di Berlusconi sulla scheda.
Non riesco infatti a credere che dopo tutto quello
che é successo in questi mesi e in questo mese, anche tra gli elettori
di centrodestra non sia cresciuta la resistenza a scrivere il nome di
Silvio Berlusconi sulla loro scheda di voto.
Questo é peraltro sicuramente il dato che piú preoccupa Berlusconi, quello che attende con maggior ansia e trepidazione. Piú che un consenso politico Berlusconi ha cercato
infatti in queste elezioni soprattutto un successo personale, la
sanzione definitiva della sua leadership sul’intero Pdl, una
approvazione morale, e il riconoscimento della sua pretesa di sottrarsi
alla legge imposto col lodo Alfano. E’ per questo motivo che Berlusconi
si é candidato in tutte le circoscrizioni a una carica che sapeva di
non poter ricoprire. Per questo motivo ha chiesto ai suoi elettori di
scrivere il suo nome sulla scheda di voto. Se non riuscirá a
raccogliere sul suo nome almeno 4milioni e 500 mila voti di preferenza,
avrá sbagliato il suo calcolo, perso la sua scommessa. 4 milioni e
mezzo di preferenze sono infatti il risultato equivalente a quello
delle europee del 2004 quando, presentandosi egualmente in tutte e 5 le
circoscrizioni, Berlusconi aveva raccolto tra gli elettori di Forza
Italia il 34,4% di preferenze.
Ogni voto che Berlusconi dovesse
raccogliere in meno di 4.500.000 significherebbe che qualche addendo é
mancato all’appello: o la partecipazione dei suoi elettori al voto, o
parte di quel 40% di voti di partito che aveva dato per scontati, o il
riconoscimento della sua leadership sull’intero partito, o
l’approvazione del suo comportamento politico e personale, o tutti
assieme. Ecco perché Berlusconi attende con ansia quel dato e solo il
dato che lo riguarda personalmente. Lo stesso dato che anche noi
aspettiamo con una preoccupazione identica anche se con sentimenti
opposti.