Intervenendo alla riunione congiunta delle commissioni esteri di Camera e Senato, Arturo Parisi tornando sull’attacco di Berlusconi all’opposizione per l’atteggiamento nei confronti dei caduti in Afghanistan, ha contestato personalmente a Frattini alcune dichiarazioni rilasciate pubblicamente.
“Si’ ha ragione signor ministro a dire, come ha detto, sulle agenzie che qualche volta bisogna anche indignarsi in politica”
“E’ per questo che sento la necessita’ di rinnovare qua in una sede istituzionale la mia personale indignazione per le parole calunniose e irresponsabili del Presidente del Consiglio, e allo stesso la richiesta che lui personalmente trovi il coraggio di chiedere scusa per esse.”
“Lei stesso solo poche ore fa ha peraltro ripetuto che “l’opposizione democratica che e’ in parlamento dovrebbe indignarsi assolutamente come Berlusconi e come tutti noi.” Come fa signor ministro a difendere l’indifendibile stravolgendo il senso delle parole fino a suggerire l’idea che noi non ci siamo indignati per la scritta farneticante che Berlusconi ha attribuito a noi. E’ per questo signor ministro che sono indignato con lei.”
“Ne’ e’ accettabile che lei giustifichi Berlusconi dicendo che “ha parlato col cuore”.
Col cuore ha parlato anche il Ministro Bossi quando ha auspicato il ritiro dei nostri soldati. Il fatto e’ che qua si parla col cuore in piazza e con la ragione nelle istituzioni. Noi abbiamo invece bisogno che si parli nello stesso modo in piazza e nelle istituzioni, E, se proprio si dovesse parlare in modo diverso e’ col linguaggio della ragione e della responsabilita’ che dobbiamo parlare alla gente, e usare invece il cuore nel momento della decisione. Solo cosi’ possiamo confrontarci con l’opinione in questo momento maggioritaria di chi vuole tornare dall’Afghanistan”.
Intervenendo poi sulle elezioni presidenziali Afghane Parisi ha condiviso e sottolineato l’affermazione di Frattini che aveva indicato la necessita’ di “un vincitore credibile”.
“Anche io, come lei, riconosco e ho riconosciuto che gia’ lo svolgimento delle elezioni rappresenti di per se’ un successo. Ma se il risultato non fosse credibile si trasformerebbe in un enorme spot contro la democrazia e la nostra concezione della democrazia. Noi abbiamo invece bisogno din un governo forte e legittimo. Ma un governo e’ forte e legittimo solo se sono state legittime le elezioni che lo hanno legittimato”.