Intervendo
stamane in Sardegna a Paulilatino alla manifestazione regionale di
presentazione dei candidati del Pd per il Consiglio regionale, Arturo
Parisi, leader dei Democratici per la Democrazia nel Pd, che aveva
guidato alle ultime elezioni la lista del partito per la Camera, ha
dichiarato.
“Ci presentiamo alle elezioni forti dei nostri
programmi per un cambiamento che deve continuare, ma ancor prima forti
dei risultati di governo di un cambiamento gia iniziato. Anche in un
tempo di propaganda come é una campagna elettorale, non possiamo
dimenticare le nostre difficolta, le nostre divisioni, e il modo stesso
col quale siamo arrivati alle elezioni. Anche in questo ci sentiamo
profondamente diversi da Berlusconi, che da quindici anni affida anche
in politica alla sola propaganda la sua attivita di venditore di sogni.
E tuttavia possiamo dire con tranquillita di coscienza che il saldo del
rendiconto che presentiamo ai sardi é positivo. Al centro della scelta
sta ora da una parte una coalizione che ha lavorato per cinque anni per
la Sardegna, e dall’altra una persona, che della Sardegna non conosce
né la storia, né i drammi né le attese, e neppure cosa siano i nuraghi,
ma solo le sue sette ville da sogno nei quali si ha immagazzinato le
sue ricchezze. Come potrebbe un Presidente come Berlusconi governare la
Sardegna, visto che é Berlusconi che si candida a Presidente anche in
Sardegna? Non é per polemica strumentale che lo diciamo. É Berlusconi
che ha deciso di scrivere sulla scheda di voto il suo nome, come se il
candidato a Presidente fosse lui personalmente, in nome di una
concezione della politica e della autonomia che rifiutiamo
profondamente. E’ per questo che sento di dover ripetere quello che
Soru va denunciando in questi giorni: “la Sardegna non ha bisogno di un
monarca”. Allo stesso tempo é con serena coscienza che ci sentiamo di
dire ai sardi “meglio Soru che Berlusconi”, e traducendo il nostro
“Fortza Paris!”, l’antico grido col quale i sardi della Brigata Sassari
andavano all’attacco, “meglio insieme che soli”.