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6 Gennaio 2013

ELEZIONI: PARISI, NON MI CANDIDO MA VOTO PD. NON POTREI RAPPRESENTARE UN PARTITO LONTANO DA QUELLO PROMESSO

Roma, 6 gennaio (Adnkronos)

Lei ha già detto che non si ricandiderà alle prossime elezioni. Il suo è un addio al Pd o sosterrà comunque la campagna di Pier Luigi Bersani?

Di certo voterò Pd. Non vedo infatti sulla scheda alcun partito che sia a me più vicino o, se più piace, da me meno lontano. Ma votare è una cosa, accettare di rappresentare qualcuno in Parlamento un’altra. Nonostante non avessi deroghe da chiedere, ho deciso io di non candidarmi e l’ho deciso per motivi nitidamente politici. Avrei infatti accettato di tornare in parlamento solo grazie al voto dei cittadini. Un voto purtroppo impedito ancora una volta dalla conferma del Porcellum. Contro questa vergogna mi sono speso in tutti i modi, in Parlamento con proposte di legge e fuori promuovendo un referendum. Purtroppo inutilmente a causa della azione congiunta dei partiti della maggioranza compreso il mio. Sono stato sconfitto.

Nè, dopo questa battaglia, sarebbe stato dignitoso accettare di farsi nominare, anche se designato attraverso le cosiddette primarie da una piccolissima parte degli elettori del partito. Eletto o nominato non mi sarei comunque sentito di rappresentare un Pd che è troppo lontano da quello promesso. Un partito dei soli progressisti proiezione in Italia del Partito socialista europeo. Un partito certo rispettabile, ma che purtroppo non è il mio partito e men che mai quel partito capace di raccogliere la maggioranza degli italiani del quale ha bisogno l’Italia.

Secondo lei, esiste il rischio di uno sbilanciamento a sinistra del Pd? Monti sta battendo molto il tasto su questo…

Lo sbilanciamento lo ha deciso da tempo Bersani, e lo ha confermato la sua vittoria nella sfida con Renzi. Lo ha deciso Bersani quando ha scelto di organizzare quelli che lui chiama i progressisti, delegando a Casini e Fini l’organizzazione dei moderati, con l’idea di riincontrarsi dopo il voto in Parlamento. E’ esattamente quello che sta succedendo, anche se non penso che fosse esattamente quello che Bersani aveva immaginato.

Come giudica il comportamento di Monti, la svolta da tecnico a politico? Ha deluso anche lei, come Scalfari?

Dicono che allunando per la prima volta Neil Armstrong abbia detto “Un piccolo passo per un uomo, ma un passo enorme per l’umanità”. Parafrasando Armstrong, della scelta di Monti verrebbe da dire l’opposto “Un passo enorme per un tecnico, uno troppo piccolo per il sistema politico.”

Come valuta i primi passi della campagna di Monti, l’attacco a Fassina e Vendola e la scelta di accompagnarsi a Casini e Fini?

Che esistesse una domanda lo aveva detto per primo Bersani, facendo appunto appello a Casini e Fini, gli stessi moderati ai quali ora si è associato Monti. Ed è stato egualmente Bersani ad esporre in prima fila Fassina e Vendola che tra i progressisti sono senza dubbio i più progressisti. Che la risposta sia Monti è un’altra cosa.

L’unica cosa che a questo punto è ormai sicura è che non potrei comunque votarlo.