Lettera aperta al Segretario del Pd Pierluigi Bersani in vista del Coordinamento di questa sera
Bologna, 8 marzo 2009
E’ DIFFICILE DIFENDERE NAPOLITANO E ALLO STESSO TEMPO IGNORARE LE SUE RAGIONI
Caro Bersani,
poiche’ so che ti appresti ad incontrare privatamente alcuni membri della
direzione per definire la posizione del nostro partito sul cosiddetto
decreto legge interpretativo della normativa elettorale mi permetto di
manifestarti pubblicamente le mie preoccupazioni sul passaggio che abbiamo
difronte.
Se vogliamo che i cittadini ci capiscano e’ necessaria la massima chiarezza
portando ad una sintesi riconoscibile, oltre che ragione e sentimenti, le
diverse verita’ in campo.
E’ difficile difendere il Presidente della Repubblica e allo stesso tempo
ignorare le sue argomentazioni.
I commenti sulla violenza perpretata dal governo contro la nostra
democrazia e gli argomenti addotti per giustificare la decisione di subirla
rischiano di aggravare una situazione gia’ in se’ grave.
Diciamo innanzitutto che nel settore delle leggi elettorali ogni
cambiamento delle regole che non sia condiviso non e’ mai un male minore.
E’ tuttavia pericoloso gridare la nostra giusta protesta in piazza, e
mostrare impotenza nelle istituzioni. La divaricazione crescente tra
protesta e impotenza rischia infatti di incoraggiare chi pensa che, se il
diritto coincide con la forza, l’unica strada disponibile e’ l’estremismo
se non addirittura la violenza.
E’ bene quindi ridurre questa distanza misurando le parole nelle piazze e
rimediando allo stesso tempo nelle istituzioni al mal fatto, finche’ si e’
in tempo e nell’interesse di tutti. Non possiamo ancora una volta portare
in piazza i nostri elettori e affidarli alla guida di altri.
Visto che si cita il precedente del ’95 e’ bene ricordare che allora ci fu
un accordo generale sia prima di fare il decreto che poi nel ripristinare
la legalità costituzionale. Ora si è voluto invece procedere con atti di
forza muscolari. Solo la prudenza di Napolitano ha evitato che la rottura
gia’ in atto si consumasse in misura irrimediabile, caricando la Presidenza
della Repubblica della questione aperta dal riconoscimento di una questione
politica che non e’ stato seguito tuttavia da atti concreti.
Si chieda quindi di ripristinare la correttezza costituzionale e si segua
almeno la via del ’95, riconoscendo che la maggioranza non può fare tutto
quello che vuole e che le regole in materia elettorale devono essere
condivise, sempre.
La maggioranza riconosca, come tu hai invano chiesto dall’inizio, che il
disordine e’ stato determinato dai suoi comportamenti. Il governo riconosca
la forzatura delle regole. Riconosciamo tutti che se il bicchiere della
illegalita’ e’ traboccato a causa dei comportamenti della maggioranza e del
governo, esso era stato tuttavia abbondantemente riempito dal ripetersi
generalizzato delle trasgressioni alla normativa elettorale che si e’
diffuso nel tempo oltre ogni limite.
Si respinga quindi concordemente la conversione del decreto e allo stesso
tempo si facciano salvi con una apposita legge gli effetti prodotti da
questo sciagurato decreto prima che quello che oggi viene definito un male
minore apra la via a un male ben maggiore.
Facciamo appello a quanti rivestono funzioni di responsabilita’
istituzionale perche’ nessuno si arrenda ai fatti compiuti senza
preoccuparsi dei fatti che potrebbero compiersi domani.
Arturo Parisi