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8 Marzo 2010

E’ DIFFICILE DIFENDERE NAPOLITANO E ALLO STESSO TEMPO IGNORARE LE SUE RAGIONI

Lettera aperta al Segretario del Pd Pierluigi Bersani in vista del Coordinamento di questa sera

Bologna, 8 marzo 2009

E’ DIFFICILE DIFENDERE NAPOLITANO E ALLO STESSO TEMPO IGNORARE LE SUE RAGIONI 

Caro Bersani,
 
poiche’ so che ti appresti ad incontrare privatamente alcuni membri della 
direzione per definire la posizione del nostro partito sul cosiddetto 
decreto legge interpretativo della normativa elettorale mi permetto di 
manifestarti pubblicamente le mie preoccupazioni sul passaggio che abbiamo 
difronte.
 
Se vogliamo che i cittadini ci capiscano e’ necessaria la massima chiarezza 
portando ad una sintesi riconoscibile, oltre che ragione e sentimenti, le 
diverse verita’ in campo.
 
E’ difficile difendere il Presidente della Repubblica e allo stesso tempo 
ignorare le sue argomentazioni. 
 
I commenti sulla violenza perpretata dal governo contro la nostra 
democrazia e gli argomenti addotti per giustificare la decisione di subirla 
rischiano di aggravare una situazione gia’ in se’ grave. 
 
Diciamo innanzitutto che nel settore delle leggi elettorali ogni 
cambiamento delle regole che non sia condiviso non e’ mai un male minore. 
E’ tuttavia pericoloso gridare la nostra giusta protesta in piazza, e 
mostrare impotenza nelle istituzioni. La divaricazione crescente tra 
protesta e impotenza rischia infatti di incoraggiare chi pensa che, se il 
diritto coincide con la forza, l’unica strada disponibile e’ l’estremismo 
se non addirittura la violenza. 
 
E’ bene quindi ridurre questa distanza misurando le parole nelle piazze e 
rimediando allo stesso tempo nelle istituzioni al mal fatto, finche’ si e’ 
in tempo e nell’interesse di tutti. Non possiamo ancora una volta portare 
in piazza i nostri elettori e affidarli alla guida di altri.
 
Visto che si cita il precedente del ’95 e’ bene ricordare che allora ci fu 
un accordo generale sia prima di fare il decreto che poi nel ripristinare 
la legalità costituzionale. Ora si è voluto invece procedere con atti di 
forza muscolari. Solo la prudenza di Napolitano ha evitato che la rottura 
gia’ in atto si consumasse in misura irrimediabile, caricando la Presidenza 
della Repubblica della questione aperta dal riconoscimento di una questione 
politica che non e’ stato seguito tuttavia da atti concreti. 
 
Si chieda quindi di ripristinare la correttezza costituzionale e si segua 
almeno la via del ’95, riconoscendo che la maggioranza non può fare tutto 
quello che vuole e che le regole in materia elettorale devono essere 
condivise, sempre. 
La maggioranza riconosca, come tu hai invano chiesto dall’inizio, che il 
disordine e’ stato determinato dai suoi comportamenti. Il governo riconosca 
la forzatura delle regole. Riconosciamo tutti che se il bicchiere della 
illegalita’ e’ traboccato a causa dei comportamenti della maggioranza e del 
governo, esso era stato tuttavia abbondantemente riempito dal ripetersi 
generalizzato delle trasgressioni alla normativa elettorale che si e’ 
diffuso nel tempo oltre ogni limite. 
 
Si respinga quindi concordemente la conversione del decreto e allo stesso 
tempo si facciano salvi con una apposita legge gli effetti prodotti da 
questo sciagurato decreto prima che quello che oggi viene definito un male 
minore apra la via a un male ben maggiore. 
 
Facciamo appello a quanti rivestono funzioni di responsabilita’ 
istituzionale perche’ nessuno si arrenda ai fatti compiuti senza 
preoccuparsi dei fatti che potrebbero compiersi domani
 
Arturo Parisi