L’intervento di D’Alema è per noi una conferma, la conferma sicura di un cammino comune che dura ormai da anni. La conferma che il ’98 ci divise ma da quella divisione è nato un cammino di unità più forte grazie al ritrovamento all’approfondimento e alla condivisione della prospettiva dell’Ulivo come progetto e come soggetto. Una unità che ci chiede di trasformarla ora in una unione stabile e aperta. Voglio cogliere l’occasione per rendere ancora una volta omaggio alla intelligenza di D’Alema che lo spinse a confrontarsi con la nostra determinazione in nome di una visione coniugata al futuro respingendo la tentazione di divenire prigioniero di una memoria frequentata con le categorie del passato.