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5 Giugno 2010

DIFESA: PARISI, LINEA DE L’UNITA’ PREGIUDIZIALE E DEMAGOGICA. NON PUO’ ESSERE LINEA DEL PD

Autore: Arturo Parisi

Stando a quel che riferisce “l’Unità” il Partito Democratico, al cui
gruppo parlamentare aderisco alla Camera, si appresterebbe a presentare domani al Senato in Commissione
Difesa una risoluzione “per chiedere al Governo di verificare utilità,
tempi di attuazione e costi” dei programmi per armamenti attualmente
previsti nel bilancio della Difesa. Sacrosanto! Sempre, e, a maggior
ragione in tempi di ristrezze economiche come quelli presenti, il primo
dovere del Parlamento è chiedere conto della utilità e della
utilizzazione di ogni euro speso in nome della Repubblica nell’interesse
dei cittadini. Ogni euro: quelli spesi per la difesa esattamente come
quelli spesi per la sanità e l’istruzione. Sacrosanto, doveroso e
urgente come mai.
Si possono tuttavia porre domande solo se ad esse
non si è già data la risposta. 
Non è esattamente quello che emerge
dal servizio de “l’Unità”. Inserendosi nel solco di recenti prese di
posizioni di responsabili  del Partito, il giornale annuncia infatti con
grande enfasi una campagna del Pd contro le spese per armamenti  dei
quali denuncia pregiudizialmente e genericamente l’inutilità e l’onere
astronomico che l’insieme dei programmi esistenti  “continua a sottrare
al bilancio dello Stato”. Pur nel rispetto della totale autonomia del
giornale, è evidente che chi ritiene di avere nel Partito Democratico
una qualche responsabilità sul tema non può non dissociarsi da una linea
che, cosi come viene presentata è difficile non qualificare come
pregiudiziale e demagogica. Nel difficile passaggio attuale saremo di
certo chiamati a ridefinire scelte e priorità anche nel campo della
Difesa, ma non è possibile che scelte e priorità cosi delicate possano
essere ridefinite a partire da motivazioni e considerazioni quali quelle
oggi riproposte da l’Unità.
Lo
dico da cittadino e da parlamentare. Ma considerato che l’Unità ritiene
che la “sottrazione al bilancio dello Stato” (sic!) di risorse
destinate  alla difesa del Paese  sia null’altro che la “continuazione ”
di scelte passate, lo dico anche rivendicando pubblicamente la
responsabilità delle scelte, che, nell’esercizio delle mie funzioni di
Ministro della Difesa, ho condiviso all’interno del passato Governo di
centrosinistra.