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11 Dicembre 2008

Dalla monarchia alla diarchia

Autore: Nicola Maranesi
Fonte: La Discussione

Qual è se c’é il nesso tra ondata di indagini che riguardano i democratici e crisi interna al Pd?

“Gli episodi a noi difronte sono tra loro molto
diversi e come tali vanno considerati. Pur distinti dal punto di vista
oggettivo, non soprende tuttavia che dal punto di vista  oggettivo di
chi li osserva possano essere considerati e raccontati come espressione
di un fenomeno unitario. Questo é appunto a causa della indiscutibile
crisi che il Partito attraversa. In un partito che, come purtroppo
capita oggi a tutti i partiti, si era illuso di poter affidare il suo
funzionamento, la sua identitá, e prima ancora la sua legittimazione
alla incoronazione di un leader, é inevitabile che la sconfitta
elettorale producesse una crisi della leadership e quindi una crisi del
partito. Da questo punto di vista, negare la sconfitta piú che una
tentazione é una necessitá, una necessitá che accomuna piú o meno tutto
il gruppo dirigente del partito. Da questo punto di vista la vicenda
del Pd é un “memento” per tutti i partiti che si affidano alla
personalizzazione della leadership. Oggi siamo di turno noi. Quello che
capita a noi capiterebbe e capiterá tuttavia a qualsiasi altro partito
che non disponga di regole condivise e, soprattutto, praticate che gli
consentano di superare le sconfitte”.
 
Qualcuno sta pensando di approfittare dell’ondata giustizialista per avviare un ricambio della classe dirigente?
“Non mi risulta. Ma considererei questa tentazione
inevitabile. Quando salta il principio di solidarietá e non si dispone
di regole per superare assieme le difficoltá ognuno cerca di trarre il
proprio bene dal male comune. Battere il “mea culpa” sul petto del
vicino e da sempre nei partiti una delle pratiche piú diffuse”.
 
É un caso che tutto ciò avvenga alla vigilia del “chiarimento” interno al Pd?
“Se il chiarimento é quello che dovrebbe uscire dalla conta dalla Direzione del 19 dicembre
alla quale Veltroni ha sfidato quelli che vengono definiti “i suoi
anonimi oppositori”, penso che non ci sará nessun chiarimento perché in
quell’organo non ci potrebbe nessuna conta. Rispondendo a questa stessa
domanda Rutelli l’ha detto molto bene nei giorni scorsi in una
intervista alla Repubblica.
“Walter Veltroni é stato scelto da due milioni e
mezzo di cittadini che lo hanno votato alle primarie solo un anno fa.
Le pare possibile che lo possano mettere in minoranza duecento
dirigenti di partito?” Il fatto é che Rutelli ha ragione perché quei
dirigenti sono privi di ogni legittimitá perché nominati dallo stesso
segretario. Peccato che “i duecento dirigenti di partito” sono appunto
la Direzione del Partito. Poiché nessuna conta é possibile escludo che
qualcuno faccia alcunché per paura di una cosa impossibile”.
 
Quali sono i “nodi politici” sui quali secondo Veltroni-D’Alema ci sarebbe bisogno di un chiarimento?
“Forse é meglio chiederlo a loro. Sarebbe utile a
tutti. Se il chiarimento fosse possibile, o, almeno, desiderato, i temi
non mancherebbero. Gran parte di essi sono peraltro gli stessi che
tutti, tutti i partiti, e non solo dentro il mio partito, ci portiamo
appresso da troppo tempo irrisolti. La forma di Stato. la forma di
Governo, la concezione della democrazia, il ruolo dei Partiti, la
presenza dello Stato nella economia. Il mancato chiarimento al nostro
interno impedisce invece ai cittadini di capire quali siano le
differenze con la maggioranza e a noi di svolgere con forza e
credibilitá la funzione di opposizione. É anche per questo che siamo
finiti al paradosso. Con Tremonti che ogni giorno rovescia una delle
sue posizioni di un tempo e forte solo dei suoi errori passati pretende
di darci lezioni senza avere alcun titolo a farlo. Questo per non
parlare delle lezioni di morale del Presidente Berlusconi”.
 
A cosa servirà quindi questa Direzione?
“Purtroppo si annuncia come una occasione per
sottoscrivere una ennesima tregua tra i principali contendenti, e
comporre per un momento le divergenze e le recriminazioni interne al
gruppo dirigente. Non credo che la sostituzione di una facciata
monarchica con una diarchica, cambierá la natura oligarchica della
attuale conduzione del partito. Il fatto é che si va aprendo nel Paese
una stagione che puó farsi drammatica, una stagione che potrebbe
chiedere alla politica una serietá e una veritá della quale sembra
spesso sprovvista. Dove troveremo l’autoritá e la forza per
confrontarci con la disperazione se non le cerchiamo nel consenso dei
cittadini con le regole della democrazia? É a questo che servono i
partiti: porte, ponti e canali tra la societá e le istituzioni. Non
vorrei proprio che finissimo nelle mani di nuovi “uomini della
provvidenza”. Lei mi chiede sull’appuntamento che attende il mio
partito e io le ho risposto per quel che riguarda il mio partito, con
la severitá di chi chiede al suo partito quello che non chiede a
partiti che non ha mai scelto come suoi. Mi consenta tuttavia di
ricordare che se i nostri fatti sono spesso lontani dalle nostre
parole, in altri partiti ad essere inadeguate, oltre che i fatti, sono
le parole. Non vede, almeno in televisione, a che cosa sono ridotti
tutti i partiti. Non é un caso che ho riconosciuto sconsolato agli
altri che almeno non fanno nemmeno finta di essere una cosa che non
sono piú. Non é proprio un complimento. No! Il momento chiede ad ognuno
di fare la sua parte. Chi é al governo governi. Chi é alla opposizione
faccia l’opposizione, una opposizione di governo, ma pur sempre
opposizione. Due voci dicono meglio di una. Quattro occhi vedono meglio
di due, soprattutto quando dietro di esse ci sono le voci e lo sguardo
di milioni di cittadini attivi”.
 
Veltroni presenterà un documento pregnante o fumoso?
“Io resto convinto della totale illegittimitá
democratica della Direzione e della sua inadeguatezza alle urgenze del
momento, e quindi confermo il mio severo giudizio sulle responsabilitá
della Segreteria del mio partito. Non posso tuttavia non augurarmi che
Veltroni corrisponda alle attese con una proposta nitida. Anche se,
purtroppo, non mi é dato di discuterne nel partito e meno che mai
partecipare a decidere secondo le regole della democrazia, anche quello
di Veltroni puó essere un contributo utile e comunque importante.
Nonostante al Segretario di un partito, piú che un discorso si chieda
una coerente condotta di azione credo che tutti dovrebbero leggerlo con
attenzione”.