La tragica illusione della costruzione di Stati etnicamente omogenei alimentata dalla dissoluzione della Yugoslavia e della Unione Sovietica, e ora innovata dalle vicende del Caucaso è là a ricordarci che se i diritti dei popoli vengono pensati in alternativa ai diritti della singola persona anche la più giusta battaglia in nome dei diritti dell’uomo rischia di trasformarsi in una battaglia contro la la persona. La corretta analisi della situazione che il Ministro Frattini ha proposto oggi in Parlamento sugli eventi georgiani e la prudente linea di condotta oggi illustrata ha ancora una volta mostrato quanta sia la distanza tra la domanda di Europa e la risposta dell’Europa, la risposta che solo l’Unione Europea, comunità di minoranze può dare. Le parole del Ministro hanno confermato infatti l’impressione di una Europa rispettata nelle forme ma impotente nei fatti. Pur senza cedere alla tentazione di ridurre la politica estera alla politica di difesa, le ultime vicende dimostrano che senza una politica europea della Difesa degna di questo nome, come ha giustamente sottolineato Marini, non c’è politica estera. Solo parole, ancorchè le parole più misurate, che possano essere seguite da fatti conseguenti sono parole che hanno un peso.