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22 Maggio 2007

Afghanistan: Parisi, non andremo a sud, presto rinforzi

Autore: Massimo Nestico
Fonte: Ansa

Aosta – I militari italiani non andranno al Sud a combattere i Taleban, ma resteranno nella propria area di competenza, ad Herat, dove entro la prima meta’ di giugno sono attesi i rinforzi gia’ partiti: cinque elicotteri Mangusta, otto corazzati Dardo e dieci blindati Lince, con 145 uomini al seguito. Lo ha detto il ministro della Difesa, Arturo Parisi, ad Aosta per la firma di un protocollo d’intesa con la Regione.  

APPELLO BUSH? NON RIVOLTO AD ITALIA
Il ministro e’ tornato sulle richieste del presidente Usa, George W. Bush, che aveva invitato gli alleati a condividere i rischi della guerra in Afghanistan. ”L’Italia – ha spiegato Parisi – e’ impegnata e fa la sua parte in Afghanistan, come in Libano e nei Balcani: credo che nessuno puo’ discutere questo. Lo fa – ha sottolineato – in adempimento ad accordi internazionali, su mandato del Parlamento ed in coerenza con i dettati costituzionali”. L’appello di Bush dunque, secondo il ministro, ”non ha come destinatario l’Italia”. Ed oggi anche il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, ha ricordato che ”le nostre forze armate si muovono sulla base delle decisioni del Parlamento, non di altri”.  

ITALIANI RESTERANNO AD OVEST
Dunque, se il messaggio del presidente Usa voleva essere un invito a combattere – insieme ad americani, inglesi, olandesi e canadesi – nel Sud del Paese, dove la guerriglia talebana e’ piu forte, esso viene rispedito al mittente. ”Il ridislocamento dei militari italiani in Afghanistan – ha scandito Parisi – e’ un’ipotesi che non e’ stata presa in considerazione: non e’ possibile immaginare l’abbandono dell’Ovest, dove e’ attualmente schierata parte del nostro contingente. Li’ siamo e li’ continueremo a svolgere la nostra attivita”. All’Italia peraltro, ha aggiunto, ”non sono state rivolte sollecitazioni diverse rispetto agli impegni presi. Non esistono prime linee, ognuno ha il suo settore e noi stiamo svolgendo il nostro lavoro con risultati all’altezza degli impegni presi”. 

RINFORZI ENTRO META’ GIUGNO
Ed intanto sono in viaggio i rinforzi per il contingente. Sono partiti il 18 maggio dall’Italia ed arriveranno, prevede il ministro, ”entro la prima meta’ di giugno”.  Spedire quei mezzi in Afghanistan, ha osservato, ”non e’ come mandare una cartolina. E’ un procedimento complesso, ci sono quasi diecimila chilometri da fare con mezzi navali, aerei e terrestri”. Riguardo ad eventuali ritardi nella spedizione, il ministro ha detto di ”non escludere che possano esserci problemi, ma li risolveremo”. Per il capo di Stato Maggiore dell’esercito, generale Filiberto Cecchi, ”questi mezzi servono a fornire alle nostre unita’ in Afghanistan un maggior profilo di protezione e di sicurezza, consentendo anche di reagire a delle minacce che, purtroppo, si stanno profilando sempre piu’ concrete in quell’area operativa”.