Roma. In Afghanistan ”manterremo fede agli impegni assunti. Nello stesso territorio, all’interno dello stesso mandato e con le stesse regole di ingaggio”. Lo ha assicurato il ministro della Difesa Arturo Parisi intervistato da Giancarlo Santalmassi nella trasmissione ”Una Poltrona per due” in onda su radio 24.
Regole di ingaggio, ha precisato Parisi, che ”non sono diverse da quelle che seguono gli altri contingenti Isaf”. Il criterio che governa tali regole, ha aggiunto Parisi ”e’ quello della commisurazione stretta tra l’azione e la reazione, tra una minaccia e il pericolo che da essa deriva e la necessita’ di doversi difendere da essa”. La presenza in Afghanistan, all’interno della missione Isaf (forza internazionale di assistenza alla sicurezza), parte dal riconoscimento della comunita’ internazionale di una situazione di sicurezza che deriva dall’inadeguata stabilizzazione del potere politiche che in quel territorio e’ preposta al mantenimento dell’ordine l’isaf e’ chiamata al mantenimento dell’ordine siano a quando le forze del nuovo stato afghano siano in condizioni di autosufficienza”.
”In questi cinque anni -precisa ancora il ministro della Difesa- nonostante quello che appare di cammino ne e’ stato fatto, ne e’ stato fatto tanto. Il problema e’ che il punto di partenza era lontano. Il cammino e’ ancora lontano dall’essere compiuto ma ne e’ stato fatto tanto. Ed e’ di questo che ogni tanto mi piacerebbe sentir parlare. Il cammino e’ misurato sul tasso di scolarizzazione, sulla partecipazione dell’altra meta’ del cielo alla vicenda della costruzione della societa’ afghana”.