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30 Luglio 2009

Afghanistan: Parisi, il paese non puo’ permettersi governo diviso

Leggo sulle agenzie che ieri sera, in occasione di un cocktail di saluto,  il Presidente Berlusconi avrebbe riesposto i pilastri della sua dottrina  sull’Afghanistan. Ha ripetuto con Bossi “Chi di noi non vorrebbe che i  nostri soldati non tornassero a casa?”. Ha ribadito “noi dobbiamo essere la’  per far crescere la democrazia”. Ci ha dato appuntamento a dopo il 20 agosto quando “dopo le elezioni potremo prendere in considerazione una exit  strategy dal Paese”.
 Non esattamente la linea svolta nei giorni scorsi dalla Lega e confermata  l’altro ieri, alla Camera. Ma certamente neppure la posizione allora  esposta dal Ministro La Russa che ha invece ribadito che l’impegno in  Afghanistan non è un impegno di settimane e neppure di mesi, ma di tempo  lungo che ha come obiettivo quello di consentire al Governo afghano di  gestire autonomamente la sicurezza dell’Afghanistan, e ha allo stesso  ricordato che un’agenda raccorciata sarebbe “schizofrenica e contrastante”  con la decisione già assunta e da lui molto dettagliatamente illustrata “di  rafforzare la nostra presenza militare in Afghanistan”. Nonostante il  Presidente del Consiglio continui ad accusare i giornali di speculare su  una occasionale battuta di Bossi, solo per riempire le pagine, una cosa è chiara. Invece di chiarirsi, la situazione va ulteriormente  confondendosi. E’ per questo motivo che, a nome del Pd, ho l’altro ieri  lamentato che a chiarirla in Parlamento non fosse venuto il Presidente del  Consiglio. La storia ci ha insegnato che, soprattutto sulle questioni  militari, tutto a un Paese è consentito, all’infuori che avere  contemporanemanete due linee. Una, quella di Berlusconi e della Lega,  investe in pubblico sull’ansia e la speranza di una exit strategy a breve  che attraversa il cuore di tutti. L’altra, quella affidata al Ministro  della Difesa, muovendo dalla analisi della situazione e dagli impegni  assunti, deve governare una presenza militare di tempo non breve. Qual è la posizione del governo? Non ci dica il Presidente Berlusconi “ne  parliamo dopo il 20 agosto”. Il 20 agosto è domani. E soprattutto ricordi  il tono con cui la Lega ha intimato al Ministro La Russa di “riflettere  sulle parole del Ministro Bossi, e, dopo il 20 agosto, non a pensare di  ipotizzare, ma a prevedere un’apertura di un grande confronto politico  sulla nostra presenza e sulle nostre missioni all’estero”.