Vedo che a proposito della azione dei nostri militari in Afghanistan il ministro Frattini ripete alcune affermazioni attribuite in passato al Ministro La Russa, e poi, anche a seguito di una mia precisazione, da lui meglio chiarite. Qualora gli fosse sfuggita mi limito perciò a ripetere che nessuna informazione è stata mai nascosta al Parlamento. Durante il mio mandato come Ministro della Difesa, i soldati italiani sono stati in Afghanistan là dove il Governo li aveva inviati in esecuzione delle disposizioni del Parlamento della Repubblica, cioè all’interno della missione Isaf, nelle aree di competenza a noi affidate, e con le regole di ingaggio previste.
In questo quadro i nostri militari hanno fatto fronte, come sempre, in coordinamento con le forze alleate e innanzitutto con quelle afghane, ad ogni minaccia che attentasse il quadro di sicurezza, l’incolumità dei cittadini, e delle stesse forze a questo fine impegnate. Se affrontare e contrastare queste minacce significa combattere, non ho nessuna difficoltà a dire che i nostri militari hanno combattuto, esattamente così come in Italia e all’Estero combatte ogni militare che si trovi coinvolto in un conflitto per la difesa della vita umana, della legge, e della convivenza civile contro ogni aggressione da qualsiasi parte essa provenga. Riconoscere che essi hanno combattuto non equivale quindi in alcun modo a riconoscere che essi hanno svolto attività diverse da quelle dichiarate al Parlamento.