Sulla manifestazione dell’8 non posso dire e ripetere quello che ho già detto.
Che ne riconosco l’opportunità e la tempestività
e soprattutto che mi riconosco che nei suoi obiettivi di fondo.
Consentire ai cittadini di manifestare le propria opposizione al tentativo del governo di tornare all’antica confusione tra l’agenda personale di Berlusconi e quella degli italiani. Una manifestazione costretta a svolgersi nelle piazze anche per l’indisponibilità di quei luoghi partitici regolati dalla democrazia per assicurare i quali è stato fondato il Partito Democratico. Riconoscermi nei contenuti e nella funzione della manifestazione non equivale tuttavia a riconoscermi nelle forme.
Le voci e le forme che vedo rafforzarsi mi costringono perciò a cercare dei modi che mi consentano di esprimere la mia vicinanza senza confondere la mia voce con quelle populiste e qualunquiste che rischiano di segnare la manifestazione anche oltre la volontà dei suoi promotori.