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2 Giugno 2006

2 giugno/Parisi: forze armate celebrano Repubblica, non se stesse

Fonte: Apcom

Roma – “Il 2 giugno è prima di tutto la festa della Repubblica, quest’anno sono 60 anni e la repubblica non è più bambina. La repubblica è donna e non possiamo dimenticare che uno dei tratti che noi ricordiamo è anche il voto alle donne, l’ingresso delle donne da protagoniste nella vita politica”. Sono queste le prime parole pronunciate oggi, 2 giugno, ai microfoni della trasmissione televisiva “Uno mattina”, dal neo ministro della Difesa, Arturo Parisi. “Tutte le componenti del Paese sono chiamate a festeggiare la Repubblica e fra queste anche le Forze armate, che sono una delle componenti insieme a tutti i cittadini, poste a difendere la Repubblica”.

Il ministro non dà grande rilievo alle contestazioni all’interno della maggioranza sull’opportunità di una parata militare e legge il senso della manifestazione nelle sue modalità. “Il senso è nella modalità con la quale le forze armate, che sono una componente determinante del sistema istituzionale, vogliono condividere con le altre componenti della repubblica in questo riferimento comune”. “Le forze armate, nel presidiare la nostra libertà, si fanno carico anche della memoria, questo è il punto di contatto tra i cittadini che si recheranno nei musei e la festa delle forze armate”, ha continuato Parisi, concludendo: “Le forze armate non celebrano se stesse, celebrano la repubblica”.


Il ministro ha poi voluto sottolineare la differenza tra le missioni in Iraq e in Afghanistan. Per quanto riguarda l’Iraq, Parisi non ha precisato le date del ritiro, ma ha confermato che “entro l’anno è previsto il rientro, in continuità con quanto deciso anche dal governo che ci ha preceduto”. Per l’Afghanistan il giudizio è diverso, poiché in “Afghanistan vi è un impegno multilaterale, all’insegna di una responsabilità condivisa per la pacificazione della regione e per la lotta al terrorismo”.

Lasciando lo studio di Uno mattina il ministro della Difesa ha augurato una “buona giornata” e lanciato un “Viva la Repubblica!”.