Roma – “Riconosciamo pure le ragioni del risparmio e del rispetto del lutto che ci chiamano a ripensare tutte le manifestazioni con le quali da Roma alla piu’ piccola prefettura rendiamo omaggio e facciamo festa alla Repubblica. Non possiamo tuttavia far finta di non sentire che chi, tra tutte le varie forme di festa, ha levato la sua voce in particolare contro la parata militare, oltre che da ragioni suggerite dal momento e’ spinto anche da ragioni antiche ispirate al disagio se non addirittura al rifiuto verso ogni forma di difesa armata della Repubblica”. Lo ha dichiarato l’ex ministro della difesa e deputato del Pd Artuto Parisi.
“Queste ragioni -ha continuato- meritano rispetto e con esse si deve comunque fare i conti. Ma, proprio per questo anche chi come me non riesce a condividere queste ragioni, ha il dovere di ricordare che la parata del 2 giugno non e’ la festa delle Forze Armate, non e’ una occasione per le Forze Armate per celebrare se stesse, ma l’omaggio che le Forze Armate e gli altri corpi dello Stato sono chiamati a rendere alla comune Repubblica. I riti e i simboli servono per esprimere e rafforzare i valori e i principi nei quali ci riconosciamo. La loro forma puo’ e deve cambiare, ma deve restare fermo il loro significato”.
“Il significato che sta dietro le forme con le quali la forza militare rende onore alla Repubblica -ha concluso- e’ che essa, come ogni altro corpo dello Stato, e’ al suo servizio, e allo stesso tempo che dentro la Repubblica non e’ consentito a nessun altro di esercitare la forza in modo legittimo. Guai se le Forze Armate fossero spinte a ritrovarsi e riconoscersi in riti appartati e separati. Guai se altri pensassero di organizzarsi armati al di fuori delle leggi della Repubblica. Sono sicuro che questo e’ il motivo che ha ispirato il Presidente della Repubblica che di questo valore e’ il massimo custode e il massimo sacerdote a confermare la cerimonia del 2 giugno.
Per questo motivo chi crede nella Repubblica non puo’ che condividerla
e difenderla”.