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21 Ottobre 2009

10 domande per 10 risposte

Autore: Arturo Parisi
Fonte: Il Fatto

Caro Bersani, caro Franceschini, caro Marino
 
Ecco alcune domande, sicuramente parziali e apparentemente secondarie. La risposta ad esse puo’ tuttavia orientare la scelta di chi a causa della assenza di un adeguato dibattito, in un congresso di conta piuttosto che di confronto, si trova a cinque giorni dal voto ancora incerto sulla scelta da fare. 
 
A differenza di altre, esse sono domande che, piu’ di altre, sono nella vostra disponibilita’, domande cioe’ sulle quali si possono prendere impegni e sulle quali puo’ essere misurata la distanza tra le parole e i fatti. 
 
A differenza dei viaggi individuali, nella vita collettiva e’ enormemente piu’ complesso assicurare sui tempi e sui modi nei quali
sara’ raggiunta una meta. Chi parte da Roma sa tuttavia che non raggiungera’ mai Milano se prende la direzione di Napoli. E’ di questo e solo di questo che voglio percio’ chiedervi: dove pensate si debba andare e quali debbono essere i primi passi da fare tra quelli nella vostra disposizione?
 
1. Se cadesse il governo Berlusconi pensate si deve puntare a costruire ad ogni costo una coalizione di centrosinistra per salvaguardare l’impianto bipolare del nostro sistema politico, o viceversa deve essere promosso un governo sostenuto da una alleanza tra le cosiddette forze politiche responsabili per svelenire il clima introdotto dal berlusconismo?
 
2. Ritenete che il varo di un nuovo governo, quale che sia la coalizione politica che lo sostiene, deve essere fondato su un voto popolare, attraverso l’indizione immediata di nuove elezioni, o viceversa si dev
e provare a vararlo in parlamento e solo dopo consultare gli elettori?
 
3. Come pensate si deve fare in concreto per evitare che il nuovo parlamento sia ancora composto di persone nominate dai vertici dei partiti consentendo proprio a Berlusconi che ha prodotto lo scempio di affermare che le uniche persone dotate di una legittimazione popolare sono i capi delle coalizioni che hanno sottoposto il loro nome al voto popolare e tanto vale fare votare solo i capigruppo?
 
4. Nel caso del varo di una nuova legge elettorale, ritenete che deve essere esclusa la reintroduzione del sistema proporzionale, o viceversa si deve puntare ad un suo ripristino introducendo al massimo delle correzioni?
 
5. Per quello che riguarda il Partito Democratico, pensate che l’attuale Statuto che affida l’elezione dei segretari al voto diretto di tutti gli e
lettori senza esclusione alcuna, deve essere difeso, o, viceversa esso debba essere corretto affidando questa elezione ai soli iscritti?
 
6. Abbiamo visto quanto il conflitto di interessi pesi sull’informazione nel nostro paese. Se si vuole aprire quel capitolo occorre affrontarne tuttavia contestualmente quel nodo politico che si chiama Rai. Cosa pensate si deve fare per liberare la Rai dalla lottizzazione partitica? In particolare pensate che qualsiasi azione deve muovere da una modifica di assetti e procedure degli organi di governo, oppure ritenete che il Partito puo’ gi? ora anticipare nei comportamenti l’attuazione delle linee di condotta che auspica, astenendosi dal partecipare alla ripartizione delle cariche?
 
7.Pensate che la Lega sia un avversario, un concorrente o una forza con la quale si deve avviare un confronto? Pensate che in ogni conf
ronto sia pregiudiziale la richiesta dell’abbandono della pretesa secessionista ancora formalmente iscritta nella individuazione della “indipendenza della Padania” come fine della azione del Partito, oppure dobbiamo considerare le esternazioni verbali e scritte della Lega come generiche espressioni di aspirazioni lontane senza alcuna ricaduta sul presente?
 
8. E’ mancata all’atto delle dimissioni di Veltroni, così come per tutto il percorso precongressuale ogni riferimento al progetto politico dell’Ulivo e del PD. Pensate sia stato e sia piu’ prudente e utile astenersi dal dare un giudizio sulla nostra azione e sulla causa delle nostre sconfitte o ci si debba pronunciare sulle nostre vicende passate e su quelle recenti per condividere un giudizio che ci possa essere utile per il futuro: sul perchè aprimmo un confronto con Berlusconi nell’a
utunno del 2007, sulla separazione consensuale con Bertinotti, sul perchè ci alleammo col solo Di Pietro che solo qualche mese prima avevamo escluso assieme a Pannella da ogni possibile partecipazione alle nostre primarie. Perchè, a differenza che con DiPietro, il rifiuto di una alleanza con i Radicali venne trasformato in una anomala inclusione nella rappresentanza parlamentare del partito?
 
9. Pensate che si deve governare l’Italia promuovendo caso per caso con realismo cartelli di partiti variabili nei governI locali, e un altro a Roma, oppure che il respiro dei problemi a noi difronte chiede la costruzione di una alleanza coerente e a tempo non determinato tra partiti accomunati da un progetto di societa’ in gran parte comune.
 
10. Cosa pensate significa e implica la ripetuta affermazione che il Pd e’ un partito nuovo e no
n la continuazione dei partiti passati che lo hanno promosso? Come pensate che questa novita’ possa essere compatibile con la rinnovata appartenenza dei nostri parlamentari in Europa ai due partiti europei che rappresentano la proiezione dei vecchi partiti promotori, dopo aver rifiutato in passato di una discussione adeguata con la giustificazione che il problema era stato risolto?

La risposta di Dario Franceschini da Il Fatto Quotidiano