Nella sua breve replica a conclusione del dibattito Parisi ha toccato alcuni punti. Per quanto riguarda il risultato elettorale dell’Ulivo ha osservato che se c’e’ stata una sconfitta dal punto di vista politico-istituzionale, c’e’ stata invece una avanzata sul piano dei consensi rispetto al 1996. E’ stata una avanzata inadeguata, ma tuttavia ha provato che l’avanzata era possibile negando qualsiasi alibi alla rassegnazione che alcuni settori esibivano prima che iniziasse la campagna elettorale. Questo esito ha anche dimostrato che ci sono nel Paese due coalizioni competitive, e che quindi la democrazia governante fondata sul bipolarismo e l’alternanza può funzionare.
Sul progetto della Margherita Parisi ha affermato che deve trattarsi di un soggetto unito, nuovo e aperto. Dunque un soggetto che superi le categorie precedenti, che cerchi il tratto della novità nell’organizzazione e nelle proposte politiche, e trovi nell’apertura, senza esclusioni pregiudiziali di altre forze del riformismo, un tratto fondamentale. Infine Parisi è tornato a spiegare il senso della sua decisione di rimettere il mandato di presidente de I Democratici. Non e’ una questione privata, la decisione non nasce da emozioni, frustrazioni, fughe in avanti. Vorrei capiste – ha detto – che è una questione politica. Non lascio oggi per lealtà verso di voi e per lealtà verso gli altri partner.
Rimango fino a quando la barca arriva in porto: ma in porto dobbiamo arrivarci in fretta, dobbiamo darci delle scadenze. Non basta una direzione, ci vuole una meta definita nel tempo. Dobbiamo cercare di far coincidere presto e bene perchè non abbiamo scelta. La speranza riposta in noi dagli elettori è estesa, ma di uno spessore a noi sconosciuto. Può essere sottilissimo, perciò abbiamo bisogno di consolidarlo in tempi rapidissimi. Occorre arrivare in porto in tempi misurabili in mesi. Noi – ha detto ancora – siamo un movimento, dobbiamo muoverci, o costituiamo un accampamento comune nuovo, o dobbiamo riconsiderare i nostri obbiettivi e costruire un nuovo accampamento per evitare di essere colti dall’inverno senza tende o costretti a cercare tende che ci ospitino.
Insomma, dobbiamo metterci e mettere delle scadenze. E’ per questo motivo che ho rimesso il mandato, sono un presidente a scadenza (ancorche’ non scadente e non scaduto), per mettere a averbale che noi ci stiamo dando una scadenza. Parisi ha invitato l’assemblea a prendere atto della sua determinazione, definendo rischiosissima la prospettiva che i Democratici finiscano impantanati in un percorso in cui non riescano ad andare né avanti né indietro. Parisi ha concluso confermando la richiesta di mettere le sue dimissioni all’ordine del giorno di una Assemblea delle regioni da convocare dopo l’assemblea costituente della Margherita prevista per metà luglio.
Il presidente della assembla Antonio La Forgia, ha infine letto due mozioni che sono state approvate, la prima all’unanimità, la seconda con una astensione.