C´è una nuvola di sudicio attorno al governo dell´Italia che non
rimanda al valore della seduzione ma al disvalore dell´impotenza
depravata. È la sindrome di don (Silvio) Rodrigo, che – lo capiranno i
girotondini? – non era un tirannello, ma un assatanato di scalpi
femminili.
E si sa che la psicanalisi mette in correlazione positiva
l´assatanamento con l´impotenza: quanto più le cerchi, tanto meno te le
godi; quanto più strafai e ti strafai, tanto meno ce la fai.
Ebbene,
nessuno ha capito la natura di questa nuvola di sudiciume meglio di
Silvio Berlusconi, che l´ha chiamata infatti pornopolitica e la teme
più della spazzatura di Napoli. Nessuno meglio di lui sa che in quelle
intercettazioni definitivamente naufraga l´incallito seduttore che si
fa bello e intelligente per conquistare le donne, e al suo posto emerge
lo sporcaccione che traffica per acquistarle. Il mito dell´uomo
cacciatore che si affina, fa il pavone e tira fuori colorate atmosfere,
per sempre cede il passo alla maschera drammaticamente stanca che, la
sera, affaticato dal lavoro, ha paura del riposo come della morte e
dunque trova ancora la forza di telefonare ad Agostino Saccà e
raccomandare – tra sospiri di inutile sofferenza – la scosciata che lo
fa impazzire, la matta che abita le sue ossessioni, la ristoratrice che
devasta il suo desiderio.
E fa davvero tenerezza l´impotenza di un
capo del governo che riesce a farle ministre e sottosegretarie ma non
riesce a piazzarne una – nemmeno una! – come ballerina o come attrice o
come cantante. Con tutta evidenza Berlusconi non regge più la
concorrenza dei mille berlusconini infinitamente più poveri e più
piccoli che da sempre popolano la Rai. È lo shogun che vanamente cerca
di collocare le sue geishe generiche in un territorio controllato dai
samurai, che sono molti, sono esigenti e sanno dove mettere le loro
geishe specializzate, vere eccellenze del tacere agitando i fianchi,
campionesse di velocità nel cambio degli stivali e dei pantaloncini
corti.
E benché noi lo avessimo sempre saputo ci rattrista aver
trovato in queste intercettazioni la definitiva conferma che non
occorre il metodo Stanislavskij per formare i corpi senza erotismo, i
fantasmi televisivi, le lolite smaterializzate e desessualizzate,
insomma il sesso senza eros e il ballo senza sapori che ogni giorno va
in onda nella tv italiana. Sapevamo già che in Italia l´idea di
diventare attrice televisiva seduce molte giovani perché con poco
impegno e con scarse qualità permette di occupare lo scenario, ma ora
sappiamo che non è un lavoro, non produce plus valore, non è uno
squarcio di futuro. Troppo spesso – dispiace dirlo con crudezza – è
solo un surrogato di bordello.
La storia della Rai degli ultimi
venti anni è una storia di presidenti, professori, giuristi bocconiani
e gramsciani… che, insieme con i vari Saccà, sono stati marinati in
un educandato di attrici, vallette e ballerine, un festival delle ninfe
che purtroppo non è gossip più o meno volgare e più o meno
inverosimile, ma è una delle peggiori degenerazioni del potere italiano
che con Berlusconi ha preso il sapore del disfacimento fisico, dei
corpi cavernosi, del Viagra.
Non è più necessario un esperto di
comunicazione per capire che ormai nessuno può fermare le
intercettazioni, indipendentemente dalla loro verità. E a nulla vale
distruggerle, bruciarle e spargere le loro ceneri al vento. Né è
questione di pubblicare l´impubblicabile. Anche andare a Matrix a
negare, a fingere, e a fingere di fingere come nelle storie di Borges,
avrebbe certamente finito con l´alimentare questo nuovo genere
letterario che sta dilagando in Italia. Il pozzo della sapidezza
sessuale è infatti senza fine e, nel mondo dei simulacri e dei
surrogati, non c´è più alcuna differenza tra le intercettazioni
autentiche e quelle autenticate. Nell´epoca dove la realtà è quella
zona grigia dove non si sa quanto caffè ci sia nel caffè, quanta
cioccolata nella cioccolata, e quanto in un´ossessione sessuale ci sia
di commedia e quanto di dramma, anche la vita privata di Berlusconi è
ormai un gorgo inestricabile di fiction e di realtà. Ed è esattamente
quel che egli aveva sempre cercato.
Ebbene, adesso che c´è arrivato,
vorrebbe bloccare tutto: il vero, il falso, il vero falsificato e il
falso autentico. Soprattutto vorrebbe con un decreto legge ripristinare
il suo mito di seduttore. Berlusconi sa bene che l´Italia, molto più
che sul lavoro, è fondata appunto sulla seduzione. E basta pensare al
Rinascimento, alle città d´arte, agli architetti, agli stilisti, ai
latin lover, a Mastroianni… E non è forse vero che il seduttore
italiano si pente dei peccati di cui va, al tempo stesso, fiero?
Anche
noi siamo tifosi della seduzione. Ci piace, per esempio, Carla Bruni.
Fa bene agli occhi dei cittadini, non solo francesi, vedere nel punto
più alto della scala una bella donna. E invece ieri su Raitre Blob si
accaniva con le immagini degli scimpanzé maschi ridotti all´impotenza.
Ecco: le intercettazioni ci hanno raccontato che in Italia Berlusconi
non ha fatto ministre le belle donne ma i propri disturbi, le proprie
patologie dissolutive.