Se poi si guarda al codice dei messaggi politici, è chiaro che tra Berlusconi e Bush cè stato un cenno dintesa. Entrambi non amano lEuropa socialdemocratica. Bush perché non vi trova interlocutori con cui entrare in sintonia. Berlusconi perché soffre la diffidenza, per non dire laperta ostilità, degli Schroeder e dei Jospin: le colonne della sinistra continentale al potere. Che è cosa diversa dal neolaburismo di Tony Blair, interprete della «terza via».
Nel richiamo al «conservatorismo compassionevole» si coglie perciò lambizione di delineare un modello alternativo allEuropa delle socialdemocrazie. Terreno sul quale Berlusconi e Bush potrebbero tentare di costruire un rapporto privilegiato. Il presidente americano troverebbe linterlocutore che cerca. Il nuovo premier italiano (se così sarà) ne ricaverebbe quella piena legittimazione internazionale che le cancellerie europee stentano a concedergli.
Sarà un caso, ma anche il clamoroso messaggio di sostegno della Thatcher a Berlusconi contiene un attacco alle socialdemocrazie, quasi lindicazione di un nemico comune. Come dire che luomo del Polo viene cooptato in un certo circuito, ma gli si attribuisce anche un ruolo. E si capisce quale. Un Berlusconi «coperto» da Bush potrebbe contribuire a introdurre in Europa una mentalità diversa da quella corrente. Del resto, qualche indizio lo abbiamo già avuto. La freddezza del centro-destra verso il progetto di armonizzazione fiscale nellarea dellUnione (freddezza elogiata dal Wall Street Journal ), i dubbi espressi sui tempi dellallargamento verso Oriente…
Troppo poco finora per delineare un progetto politico. Abbastanza per fondare su nuove basi lamicizia tra Roma e Washington. Come dice Antonio Martino, «non parlerei di asse, ma piuttosto di un rapporto più facile: comunque non di subordinazione».
Questo spiega perché Berlusconi andrà presto alla Casa Bianca, se eletto. Cè il G8 da preparare, ma anche qualcosa di più: un interesse comune da coltivare. Tuttavia il sentiero di Berlusconi è stretto: se da una parte cè lamministrazione Bush con le sue priorità, a cominciare dallo «scudo spaziale», dallaltra cè lEuropa con le sue esigenze. Ed esiste una linea di continuità nella politica europea il cui maggiore interprete siede al Quirinale. Si capisce allora limportanza cruciale assunta dalla scelta del ministro degli Esteri. La parola di Ciampi al riguardo sarà decisiva. Come determinante sarà il rapporto, anche personale, tra il responsabile della Farnesina e il capo dello Stato. Tecnico o politico che sia, il prescelto dovrà tenere insieme, per così dire, lAmerica e lEuropa. Offrendo a entrambe le garanzie richieste circa la portata della «rivoluzione» berlusconiana.