Lui, Umberto Eco, ha scelto toni fortissimi fin dal titolo del suo appello:
«9 aprile, salviamo la democrazia». Gli altri, i garanti del movimento Libertà e
Giustizia, hanno aderito mettendo le loro firme in fondo al documento che
sostiene la necessità di convincere gli elettori delusi dalle politiche del
centrosinistra a votare comunque per questo schieramento per «salvare» le
istituzioni democratiche altrimenti a rischio e incita ciascuno a «prendere il
proprio posto» perché «ora la nave potrebbe affondare».
Il testo di Eco, che è apparso ieri sul sito di Libertà e Giustizia, è così
sottoscritto anche da Gae Aulenti, Giovanni Bachelet, Enzo Biagi, Claudio Magris
e Guido Rossi. Tutti assieme – ma all’appello manca un nome come quello di
Umberto Veronesi, che pure compare ancora nell’elenco dei garanti – per
condividere parole di fuoco su Silvio Berlusconi e il suo schieramento: «Se
dovessimo avere altri cinque anni di governo del Polo, rappresentati di fronte
al mondo dai Calderoli e dalle ultime leve (appena arruolate in Forza Italia)
dei più impenitenti tra i reduci di Salò, il declino del nostro Paese sarebbe
inarrestabile e non potremmo forse più risollevarci».
Venerdì scorso, parlando a Milano assieme al segretario dei Ds Piero
Fassino, Eco aveva avvertito che la vittoria di Prodi non doveva essere data per
scontata, insistendo sulla necessità di convincere a votare per il
centrosinistra gli indecisi e i delusi da questo schieramento. Più che la
«casalinga di Voghera», alla quale «noi non faremo cambiare idea» – aveva detto
Eco – «ci si attende da ogni italiano responsabile che vada a convincere
l’universitario di Vipiteno».
Ecco adesso il testo completo di quell’appello all’«universitario di
Vipiteno», che chiede al popolo di Libertà e Giustizia di «impegnarsi non per
convincere gli indecisi di destra ma i delusi dalla sinistra». Del resto, se
vincesse il Polo – affermano i firmatari – gli effetti sarebbero apocalittici:
«L’appuntamento del 9 aprile è diverso da tutti gli altri appuntamenti
elettorali del passato: in quelli si trattava di decidere chi avrebbe governato
senza sospettare che un cambio di governo avrebbe messo a repentaglio le
istituzioni democratiche. Ora si tratta invece di salvare queste
istituzioni».
Sui delusi dal centrosinistra, Eco e gli altri esponenti di libertà e
Giustizia hanno idee precise: «Li conosciamo, sono molti e non è in questa sede
che si possono discutere le ragioni del loro scontento. Ma è a costoro che
occorre ricordare che, se si lasceranno trascinare da questo scontento,
collaboreranno a lasciare l’Italia in mano di chi l’ha condotta alla rovina. Non
c’è scontento, per quanto giustificabile, che possa stare a pari con il timore
di una fatale involuzione della nostra democrazia, con l’indignazione che coglie
ogni sincero democratico di fronte allo scempio che si è fatto delle leggi,
della divisione dei poteri, del senso stesso dello Stato. E’ questo che ciascuno
di noi deve ripetere agli amici incerti e delusi. E’ proprio da loro e dal loro
impegno che dipenderà se l’Italia eviterà di essere ancora per cinque anni
territorio di rapina da parte di difensori dei loro privati
interessi».