ROMA – La federazione dell´Ulivo si prende la rivincita sulla Gad e torna a far parlare di sé. Il tavolo delle regole della lista unitaria ha varato ieri il patto federativo. Ci sarà un coordinamento parlamentare, le decisioni verranno prese con una maggioranza di due terzi, Prodi avrà la possibilità di allargare le competenze della federazione, sarà affiancato da un ufficio di presidenza e un consiglio federale aperti alle associazioni e viene prevista una clausola che accelera i tempi ma fa scattare le polemiche soprattutto in casa Ds.
Il patto federativo infatti deve essere approvato entro la fine di dicembre, un mese prima del congresso della Quercia chiamato a decidere proprio sull´iniziativa lanciata dal Professore. E proprio ieri Fassino ha presentato la sua mozione per le assise auspicando «larghe convergenze» e incassando già il sì dell´ex correntone Antonio Bassolino e di una parte del gruppo dei 22. Ma il coordinatore della minoranza Fabio Mussi accusa adesso il segretario di violare lo statuto dei Ds: «Ci sono degli elementari principi di democrazia, solo il congresso può decidere sulla federazione». E con una battuta cerca di demolire il testo preparato dal gruppo di lavoro. All´articolo 7 si prevede che nell´autunno del 2006, cioè dopo il voto politico, venga convocata l´assemblea nazionale dell´Ulivo. «Immagino che chi ha scritto questo articolo conosca anche l´ordine del giorno di quella riunione… », ironizza Mussi. Pietro Folena parla di «forzatura inaccettabile, stanno dando vita a un vero e proprio partito». Di tutt´altro tono la reazione di Arturo Parisi. Il presidente dell´assemblea federale della Margherita parla di «un´altra bella giornata. L´unità della federazione è al servizio dell´unità dell´alleanza».
La Gad però continua a essere scossa dalla vicenda primarie e dal niet a Bertinotti pronunciato da Quercia, Sdi, Verdi e Pdci. Piero Fassino al Messaggero si chiede polemicamente: «Fausto si candida in alternativa a Prodi? Altrimenti non capisco perché si autoproponga. Ci vuole senso di responsabilità». Rifondazione non arretra e Franco Giordano, capogruppo di Prc alla Camera, osserva: «Non ci si può chiedere di trovare un escamotage, un trucco per non far candidare il nostro segretario». Ma ormai il problema non è più quello delle regole, ma una questione di principio, di onestà intellettuale, così come la pone il segretario dei Ds. E se Enrico Boselli dà ragione a Fassino («Anch´io sono perplesso, c´è un candidato che sostiene Prodi ma poi si presenta contro di lui. Mah…»), il correntone invece «tifa» per la partecipazione di Bertinotti. «Io voterò per Prodi – dice Folena -, ma sono contento se Fausto compete nelle primarie. Può aiutare il centrosinistra a concentrarsi su temi nuovi, più radicali. Howard Dean ha perso con Kerry, ma il suo programma ha spostato a sinistra quello del candidato democratico». Bertinotti non interviene direttamente nella polemica, conferma però la sua intenzione di partecipare alle primarie.