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23 Giugno 2005

Tutte le gaffes e gli incidenti diplomatici del nostro premier

Fonte: Libertà e Giustizia
Il machismo brianzolo irrita la Finlandia. E diventa un caso diplomatico la
confessione che Silvio Berlusconi ha reso in pubblico davanti al presidente Ue
Barroso. Per vincere la contesa che ha opposto l’Italia al governo di Helsinki
nella scelta della sede della nuova agenzia europea per la sicurezza alimentare,
il Cavaliere sostiene di aver fatto ricorso alle sue personali, anche se
arrugginite, arti amatorie. Poche righe, un breve giro di parole: ed è subito
gaffes. “Quando si insegue un risultato bisogna usare tutte le armi che si hanno
a disposizione e quindi io ho rispolverato tutte le mie arti da playboy, ormai
lontane nel tempo, e utilizzai una serie di sollecitazioni amorevoli nei
confronti della signora presidente”. Ma la fatica di fare “la corte alla
presidente della Finlandia”, per vincere Parma come sede dell’European Food
Safety Authority (Efsa in italiano Aesa) non è piaciuta a Tarja Halonen che è
subito passata alle vie diplomatiche. Il ministero degli Esteri Finlandese ha
convocato l”ambasciatore italiano ad Helsinki Ugo de Mohr, per “esprimere lo
stupore del governo finlandese per le affermazioni del premier italiano Silvio
Berlusconi a Parma sulla presidente della Finlandia, Tarja Halonen”.

Troppo disinvoltura o uso calcolato della gaffes? La questione ormai è
vecchia. Berlusconi, dalla sua, può persino sfoggiare un premio, il
“Miscommunicator of the Year”, conferito dalla Foreign Press Association nel
2003, per meriti acquisiti durante il semestre di presidenza italiana in Europa.
Un semestre da fuochi d’artificio, che inizia a luglio del 2003, al Parlamento
europeo con la risposta di Berlusconi a Martin Schulz, deputato
socialdemocratico tedesco che gli aveva fatto due domande provocatorie: “In
Italia c’è un produttore che sta preparando un film sui campi di concentramento
nazisti, la proporrò per il ruolo di kapò”. Scandalo internazionale, complessa
marcia indietro, e, sullo sfondo, il volto teso e sofferente dell’ex missino
Gianfranco Fini. Berlusconi offende l’intero europarlamento: “Siete dei turisti
della democrazia”. Proteste corali di tutte le cancellerie e dell’intera stampa
continentale. Altre proteste per un’uscita del sottosegretario al Turismo
Stefano Stefani sui tedeschi “famosi per la birra e le gare di rutti”. Scuse a
Schoedrer. Intanto, rientrato in Italia, il premier annuncia che “la mafia è
sconfitta, perché tutti i mafiosi sono in carcere”. Smentita di tutti i giudici
antimafia.

Il precedente che forse si avvicina di più a quest’ultimo, per stile,
ovviamente, sembra quello che coinvolge in una sola volta il premier danese
Anders Fogh Rasmussen, il filosofo Massimo Cacciari e la moglie del premier stesso Veronica Lario. Si vocifera di una
love story tra il filosofo di Venezia e la signora Berlusconi. “Beh ­ consiglia
il Cavaliere ­ meglio Rasmussen, è più carino”. Per l’occasione il settimanale
tedesco der Spiegel conierà il titolo di Al Cafone.

“Chiamarle gaffes sarebbe sbagliato ­ scrive Marco Travaglio – Lui pensa
davvero come parla. Spesso si tratta di parole in libertà, pronunciate
soprattutto all’estero, quando l’uomo sfugge al controllo dei suoi consiglieri e
parla a braccio, lontano dai ghost writer”. “Berlusconi è l’unico bugiardo
sincero che io conosca”, diceva di lui Indro Montanelli, che lo conosceva bene:
“Crede davvero alle scempiaggini che dice e che fa”.

Noncurante dell’etichetta e delle buone maniere, il Cavaliere ha cantato
davanti a Jacques Chirac; ha fatto le corna ai vicini in posa per le foto
ufficiali; si è vantato di aver messo fuori gioco i comunisti con Lionel Jospin
che aveva cinque ministri comunisti nel governo. A meno di quindici giorni
dall’attentato alle Twin Towers di New York, durante una visita ufficiale a
Berlino, gli scappa che l’Islam è “una civiltà inferiore”, “quelli sono rimasti
indietro di 1400 anni”. E’ agosto, quando al matrimonio della figlia del premier
turco Erdogan bacia la mano alla sposa, e non si fa secondo le regole islamiche.
A settembre, rilascia un’intervista a due giornalisti dello Spectator in cui
spiega che i giudici italiani sono “matti, mentalmente disturbati,
antropologicamente estranei alla razza umana”, e che “Mussolini non ha mai
ucciso nessuno: gli oppositori li mandava in vacanza al confino”.

In visita a Wall Street, dove molte donne hanno ormai posti importanti,
invita a investire in Italia, “dove non ci sono più comunisti”, e soprattutto
“ci sono le segretarie più belle”; aggiungendo, “il mio governo ha abolito
l’imposta di successione”, per cui “l’invito potrebbe essere: venite a morire in
Italia”.

Più seria la gaffe sulla politica di Vladimir Putin. Nel novembre 2003,
durante una conferenza stampa congiunta, dice che la Russia era un modello di
diritti umani, che in Cecenia non era successo granché, “ci sono attentati della
guerriglia ma Mosca non ha mai risposto”. Seguiva condanna della Commissione e
del Parlamento europei. Berlusconi annuncia al New York Times che bisogna
abbattere tutti i regimi non democratici nel mondo, anche con le armi,
modificando il concetto di sovranità nazionale. Poi dice che l’hanno frainteso.
Infine, e sembrava l’ultima, dopo aver inseguito una operaia della fabbrica
Merloni a Mosca, tentando inutilmente di baciarla, si è vantato di aver
riportato la pace tra Bush e Putin: era stato lui a farli mettere d’accordo. A
riprova elencava baci e abbracci dovuti a lui.