Roma – Fassino in Campidoglio alle otto di mattina. Poi
Kofi Annan «cittadino di Roma». Oggi a Barbiana, per ricordare don Milani,
mercoledì a Torino per lanciare la sua candidatura e riconquistare il Nord
perduto. E’ piena di personaggi e luoghi simbolici la giornata di Veltroni
in attesa dell’ora x. «Da qui ad ottobre – sintetizza Rutelli – ci sono tanti
passaggi da fare per la costituzione del Partito Democratico, ma con
mercoledì quello principale sarà stato realizzato».
Mentre il segretario
della Quercia conferma: a Torino il sindaco di Roma «annuncerà la sua
candidatura che è in grado di raccogliere un vasto consenso nel Paese».
Berlusconi ostenta indifferenza: «La candidatura di Veltroni al Pd non è un
problema nostro ma della sinistra». E liquida con una battuta sprezzante la
leadership del sindaco di Roma: «Non temo nessuno. Credo che chiunque possa
essere candidato non potrà che fare la fine del povero Prodi. Quindi: povero
Veltroni…», che sarà «condizionato dalla sinistra radicale». Ma in realtà,
a giudicare dagli attacchi sferrati soprattutto da Forza Italia (Bondi,
Cicchitto, Bertolini), il timore che si tratti di un avversario duro da battere
ci sono. Sarà materia di campagna elettorale. Intanto Fassino assicura che
Veltroni segretario sarà di aiuto a Prodi premier, mentre il Partito
democratico è alla prese con la necessità di non apparire una semplice
federazione di Ds e Margherita, ma un partito che «mescola» e unisce le due
identità politiche.
Per questo è così delicata la questione della
vicesegreteria, che si avvia a diventare un ticket Veltroni- Franceschini.
Un vertice dello stato maggiore della Margherita, ieri mattina, ha dato il
via libera. La preoccupazione è quella di evitare l’impressione di una
soluzione pensata con la logica delle quote. Franceschini lo esclude: «Mi
pare che tutti fatichiamo a capire che abbiamo aperto finalmente una stagione
nuova e quindi non c’è un nominativo proposto dai Ds e un altro proposto da
Margherita, ma siamo già tutti del Partito democratico». Molti temono però
che la gara per la segreteria sarà falsata perché la candidatura di Veltroni
non lascia speranze a nessun altro. La capogruppo dell’Ulivo al Senato Anna
Finocchiaro sembrava una potenziale candidata con buone possibilità di
successo. Ieri ha annunciato che non gareggerà. «La candidatura politicamente
più forte è quella di Walter Veltroni. E’ una candidatura che non è figlia
del sistema dirigistico, ma che è nata sull’onda dello slancio, di un
riconoscimento. – assicura la senatrice Ds – Anche questa è una delle
ragioni per cui ho deciso di non candidarmi».
Rosi Bindi, della Margherita,
invece non ci sta e lancia la sfida: «Se Pierluigi Bersani si candida, lo farò
anch’io. E se non mi candido presenterò comunque una lista». Per il ministro
della Famiglia il 14 ottobre i cittadini «devono scegliere e non ratificare
una scelta già fatta». Le risponde Fassino: «Non credo che siano primarie
falsate. Chi vuole candidarsi si candida, poi gli elettori scelgono. Il
fatto che attorno a Veltroni ci sia un grande consenso unitario dice che
stiamo mettendo in campo un candidato stimato e che c’è quel rapporto unitario
che gli elettori del centro sinistra ci chiedono».