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11 Ottobre 2004

«Taglio delle tasse No, meglio lo sviluppo»

Autore: Enrico Marro
Fonte: Corriere della Sera

ROMA – «Sarà una settimana decisiva, nella quale incontreremo il governo sulla Finanziaria. Noi abbiamo dato un giudizio critico sulla manovra che, finora, contiene tagli di spesa, ma nessuna misura per il rilancio dell’economia. Adesso si dovrebbero aprire due tavoli importanti, quello sul sostegno ai redditi e quello sulla competitività. Ma se il governo pensa di risolvere tutto con un taglio generalizzato delle tasse, la Cisl non è d’accordo». Questo l’avvertimento del segretario generale, Savino Pezzotta, al ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco. Il no al taglio delle tasse della Cisl, si somma alle resistenze che ci sono nella stessa maggioranza da parte dell’Udc e di An, che respingono riduzioni delle imposte a pioggia e preferiscono concentrarle sulle famiglie monoreddito e sulle imprese del Sud. Perché siete contrari al progetto del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi

«Perché si avrebbe solo un beneficio congiunturale sui consumi, tra l’altro ad esclusivo beneficio dei ceti più abbienti, senza determinare cambiamenti strutturali per la competitività. Se ci sono risorse bisogna invece investirle per lo sviluppo. Poi, se proprio si vogliono ridurre le tasse, allora sarebbe meglio considerare un sistema di fiscalità di vantaggio per il Sud».

Ma Berlusconi si gioca tutto sulle tasse.

«Le tasse devono essere eque e proporzionate. Ma non sono un male in sé. Per noi non sono una gabella, un’estorsione. Sono invece il modo in cui i cittadini contribuiscono al bene comune e un mezzo per fare solidarietà in una società complessa. Per questo va combattuta l’evasione e l’economia sommersa. Invece, la politica dei condoni ha distorto il valore positivo della tassazione. Se facciamo passare nei cittadini la convinzione che le imposte sono un qualcosa che lo Stato porta via, è chiaro che l’evasione e l’elusione diventano culturalmente legittimati».

Il fisco è l’altra faccia dello Stato sociale. Il sindacato difende l’attuale pressione fiscale perché ha paura di rimettere in discussione il Welfare

«È chiaro che se si tagliano le tasse poi si è costretti a ridurre le tutele per i cittadini. Detto questo, noi vogliamo riformare lo Stato sociale. La Cisl è da tempo che insiste sulla sussidiarità e sulla partecipazione ed è pronta ad affrontare la discussione».

Il ministro del Lavoro, Roberto Maroni, dice che bisogna battere il sindacato che è il vero partito della spesa.

«Mostrare i muscoli non serve a nessuno. Se questa è la linea di tutto il governo, sono loro che vogliono lo scontro e lo sciopero generale».

Cgil, Cisl e Uil arriveranno alla trattativa col governo con una posizione comune

«Non lo so. La situazione si sta complicando perché c’è chi prende iniziative unilaterali».

Si riferisce al documento per il programma del centrosinistra che il leader della Cgil, Guglielmo Epifani ha inviato a Romano Prodi, chiedendo la soppressione di tutte le riforme fatte da Berlusconi

«Il documento di Epifani più i 12 segretari – e poi non mi si venga a dire che non è la posizione della Cgil – segna una rottura unilaterale di quanto Cgil, Cisl e Uil hanno fatto finora, nel senso che, fino a ieri, abbiamo sempre rappresentato alle forze politiche posizioni unitarie delle tre confederazioni. Eppoi, la Cgil non ci ha neppure avvertito».

Martedì, lei, Epifani e Luigi Angeletti (Uil) incontrerete il leader della Confindustria, Luca di Montezemolo. Ripartirà il dialogo

«Spero di sì. La Cisl vuole che parta il confronto su tutte le questioni: la competitività, ma anche il modello contrattuale. E sia chiaro: se da gennaio non si entra nel vivo della riforma dei contratti, la Cisl prenderà iniziative, per esempio, aprendo vertenze territoriali per tutte le aziende dove non è stato fatto il contratto aziendale».