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29 Maggio 2008

Si prega di non disturbare

Autore: Marco Travaglio
Fonte: L'Unità

L’altra sera il Tg1 aveva l’imbarazzo della scelta, per la notizia di
apertura: il governo Berlusconi battuto alla Camera sul decreto che
contiene pure la porcata salva-Rete4; il pestaggio di alcuni studenti
di sinistra alla Sapienza da parte di una squadraccia fascista; i 25
arresti a Napoli per la monnezza. Non sapendo quale scegliere,
l’anglosassone Johnny Raiotta ha optato per la vera notizia del giorno,
forse dell’anno: i pirati nel Mar Rosso. Servizio di apertura e
intervista a un esperto di alta strategia, per spiegare al cittadino
come evitare l’assalto dei corsari, che può capitare a chiunque. Poi,
con comodo, le notizie. Peccato avere sprecato un servizio sui 50 anni
dell’orso Yoghi la sera prima, altrimenti per nascondere i primi
disastri del Cainano III andava bene anche quello. È il «ritorno alla
realtà» annunciato qualche giorno fa da Alberoni.

Qualche ora più
tardi, Vespa tornava per la centoventesima volta sul luogo del delitto,
cioè a Cogne, con un appassionante dibattito sulla grazia alla
Franzoni. Che è in galera da ben cinque giorni per aver assassinato il
figlio di tre anni, dunque va prontamente scarcerata (tesi sostenuta
dalla vicepalombelli Ritanna Armeni).

Intanto, a Matrix, Mentana
occultava i primi guai del governo con un puntatone sull’Inter: ospite
il terzino Materazzi. Roba forte, questa sì è informazione. Tant’è che
i vertici Rai non si sono scusati, i direttori di rete non han preso le
distanze, l’Authority non ha minacciato multe. Va tutto bene.

Poi
per completare l’opera sono usciti i giornali. Che, sia detto a loro
onore, non hanno apprezzato lo scoop del Tg1 sui pirati del Mar Rosso.
Ma hanno comunque trovato il modo di coprirsi di vergogna. Il primo
premio spetta al fu Giornale. Prima pagina: «Proibito parlare alla
Sapienza». Sommario: «Dopo la gazzarra che impedì l’intervento del
Papa, salta anche il dibattito sulle foibe. Scontri tra studenti di
sinistra e militanti di Forza Nuova: quattro feriti, sei arrestati». Il
fatto che quelli di sinistra stessero incollando manifesti armati di
pennello e quelli di destra siano scesi da un’auto armati di spranghe e
manganelli è del tutto secondario. Come il fatto che, a suo tempo,
nessuno abbia mai impedito al Papa di parlare (fu il Vaticano a
rinunciare all’invito per evitare contestazioni). Ma che cosa contano i
fatti? Nulla. Si scrive «scontri», «gazzarra», e così quel poveretto
ricoverato con una svastica stampata nella carne è servito.

Anche
il Corriere fa pari e patta: «rissa», «opposti estremismi». Ma il
meglio lo dà Pierluigi Battista sugli arresti di Napoli nell’entourage
di Bertolaso e nelle solite Fibe e Fisia del gruppo Impregilo che,
quando vinsero l’appalto per non smaltire la monnezza, era della
famiglia Romiti (presidente e poi presidente onorario del Corriere).
Ora dalle intercettazioni si scopre che questa bella gente trafficava
illegalmente in pattume, nascondeva monnezza non trattata («mucchi di
merdaccia») nelle discariche e nei vagoni per la Germania, tentava di
mascherarla sotto rari strati di roba bonificata o di profumarla con
«polverine magiche», mentre la vice-Bertolaso chiedeva aiuto per
«truccare la discarica» e Bertolaso si dedicava a «sputtanare i tecnici
del ministero dell’ Ambiente» che pretendevano il rispetto delle leggi.
Ora Bertolaso, l’ex-commissario che non risolse nulla, torna come
sottosegretario-commissario-salvatore della Patria. Come chiamare
Calisto Tanzi a risanare la Parmalat.

Di fronte a questo quadro
devastante, anziché complimentarsi con gli autori delle indagini,
Battista che fa? Se la prende con i magistrati. Non una parola su
Impregilo. Non una sillaba su Bertolaso & his friends. E giù botte
ai giudici che han dato «una frustata dall’impatto micidiale» (e
allora? Non era proprio il Corriere ad accusare la Procura di Napoli di
occuparsi troppo di Berlusconi e Saccà e poco della monnezza, tra
l’altro dimenticando il processo a Bassolino+30, compresi i soliti
vertici Impregilo?). Giudici che immaginano financo «una consorteria
delittuosa ramificata e pervasiva nei gangli vitali degli apparati che
hanno gestito l’intera vicenda dell’immondizia napoletana» (ma va? chi
l’avrebbe mai detto). Giudici che hanno organizzato «addirittura una
retata con la coreografia degli arresti di massa» (e che dovevano fare
per arrestare 25 persone: andarle a prendere una alla settimana per non
dar troppo nell’occhio?). Arresti per giunta «eseguiti con grande
clamore» (forse che i poliziotti urlavano? le manette non eran bene
oliate?). E «proprio adesso vengono eseguiti arresti chiesti dai pm a
fine gennaio» (ma lo sa Battista quanto tempo occorre a un gip per
leggere migliaia di pagine, più le perizie allegate? non ricorda le
polemiche sul gip di S. Maria Capua Vetere per aver disposto «troppo
presto» gli arresti in casa Mastella?).

In realtà il «proprio
adesso» ha un senso ben preciso: non disturbare il Nuovo Manovratore.
Finchè c’era Prodi, manette a manetta. Ma ora che c’è Lui, caro lei… Il
vicedirettore del Corriere denuncia (senza prove e senza
contraddittorio) «una tempistica perfetta… per delegittimare chi sta
conducendo una battaglia decisiva sui rifiuti di Napoli». Le toghe
rosse han pianificato «l’azzoppamento preventivo delle istituzioni a
cui gli italiani (ma quali? ma quando mai? ndr) stanno affidando il
compito di risolvere la situazione», e financo la «demolizione delle
strutture chiamate a eliminare le montagne di immondizia».

In
realtà, secondo le indagini, quelle istituzioni e strutture le montagne
di immondizia le hanno create. Ma Battista, che non ha mai messo piede
a Napoli, ne sa più degl’inquirenti: ora che c’è il Cainano, «lo Stato
sembra aver imboccato la strada per la soluzione dell’ emergenza». Ecco
perché si muove la magistratura: per sabotare il governo. Ed ecco di
chi sarà la colpa se il governo non risolverà l’emergenza: della
magistratura.

La logica non fa una grinza. Non arresti i colpevoli
della monnezza? Il colpevole sei tu. Arresti i colpevoli della
monnezza? Il colpevole sei tu.