Parisi contro Tura? Quasi una passeggiata in confronto alla sfida tra Sergio Gambini e Gioenzo Renzi a Rimini e tra Luca Marcora e Giovanni Bernini a ParmaCollecchio. Qui gli ulivisti sulla carta partono perdenti e solo se sapranno intercettare una bella fetta dell’elettorato di Rifondazione (5,8% alle regionali) possono sperare in un battaglia alla pari. In condizioni simili si trovano Carmen Motta che a Parma se la vede con il buttiglioniano Alessandro Duce e Rossella Ottone che a FerraraCento affronta Aurelio Pariali. Mentre nel centrosinistra il compito più ingrato resta quello del ministro Pierluigi Bersani che al capogruppo di Forza Italia a Parma, Paolo Paglia, deve rimontare un impressionante 10,2 per cento.
Comunque vada, saranno questi sei duelli a decidere chi vince e chi perde in Emilia Romagna. Sei collegi dove davvero la battaglia sarà all’ultimo voto. Sei scontri diretti al termine dei quali il Polo e l’Ulivo potranno dire di aver vinto o perso. Ecco perché i sondaggisti ingaggiati dalle due coalizioni lavorano quasi esclusivamente in queste terre di frontiera. Altrove tutti danno per scontato come finirà. Nel ’96 il centrosinistra alla Camera perse solo a Piacenza città, e per 360 voti. Questa volta sarà diverso. Il ritorno di Bossi nella Casa delle libertà e la rottura tra Ulivo e Rifondazione cambiano i rapporti di forza. Polo e Lega, insieme, nel ’94 conquistarono i tre collegi più nordisti dell’Emilia.
Come andrà questa volta? Partiamo da Fidenza, nel collegio più difficile dove il centrosinistra gioca Bersani, il suo uomo di governo più rappresentativo nella speranza di recuperare uno scarto altrimenti abissale. Per avere qualche chance il ministro dovrebbe conquistare per intero il 6,9% che Rifondazione ha preso alle regionali e anche così il distacco sarebbe del 3,3%. Ci riuscirà? Secondo un sondaggi pubblicato ieri dalla Gazzetta di Parma il 19 aprile Paglia conduceva con il 39,1%, Bersani seguiva a quota 34,3%. Un risultato che Forza Italia firmerebbe subito dato che gli azzurri stimano una differenza di 23 punti e prevedono un testa a testa. Nello staff di Bersani, dove l’ultimo sondaggio Swg dava 4 punti di scarto tra i candidati, fanno notare che il recupero è evidente «ma c’è da lavorare sodo perché la partita è durissima».
In crescita, secondo la Gazzetta, anche il democratico Marcora che distanzia di un punto e mezzo (34,5% contro 33%) il forzista Bernini, il candidato che ha avuto la bella pensata di «usare» il presidente Ciampi, affiggendo sui cartelloni elettorali una propria foto con il capo dello Stato. Secondo le rilevazioni dell’Ulivo, però, il margine sarebbe di oltre tre punti. Partita chiusa, secondo la Gazzetta, tra la Motta e Duce, visto che il gap sarebbe di quasi 13 punti. Un risultato che però non torna né a sinistra né a destra dove, sondaggi alla mano, giurano che la differenza non è assai più contenuta.
Tra Parisi e Tura, le rilevazioni demoscopiche sembrano confermare la distanza di 3,7 punti di 16 mesi fa: nell’Ulivo si parla di una differenza superiore ai 4 punti, nel centro destra di una forbice inferiore al 3 per cento.
Non circolano voci su sondaggi a Rimini e Cento, dove tuttavia i candidati del centrosinistra sono stati avvantaggiati dalle polemiche laceranti nel Polo sulle candidature. In riva all’Adriatico il diessino Gambini che viaggia in coppia con l’ulivista Sergio Zavoli ha di fronte Renzi, della destra di An. Nel ferrarese, la Ottone, ds, se la vede con il forzista Pariali che all’ultimo momento ha soffiato il posto in lista al sindaco di Cento Paolo Fava.