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29 Settembre 2004

Romano vuole decidere subito i candidati dei collegi di frontiera

Autore: Goffredo De Marchis
Fonte: la Repubblica

ROMA – Organi della federazione, passaggi formali nella Margherita, scelta immediata dei candidati del centrosinistra nei collegi borderline. Sono le condizioni che Romano Prodi non vede ancora realizzate, nemmeno dopo una riunione notturna di Dl che appare comunque una prima risposta alla sua lettera a Repubblica. Il braccio di ferro sul vertice del 4 ottobre e quindi sulla federazione è meno aspro, ma non è finito. Qualche segnale distensivo c´è. Ieri mattina, Rutelli ha scritto una e mail a Prodi per raccontargli l´esito del vertice di Dl, a partire dalla pressione per delle primarie anticipate. Un modo anche per scongelare i rapporti. E Prodi, prima di una telefonata del pomeriggio, ha risposto al leader della Margherita: «Ok, va bene così».
Detto questo, per il Professore continua a non essere maturo il momento di un incontro di tutto il centrosinistra. «Le primarie sono un risultato importante per Prodi. Ne uscirà rafforzato e più libero dal condizionamento de partiti», dice il coordinatore della Margherita Dario Franceschini. L´anticipo delle primarie sono l´unica conquista tangibile delle ultime 24 ore. Un passo avanti che può andare bene anche ai Ds se la data sarà fra il congresso e le regionali. Ma la federazione non è un «percorso concluso» avverte il Professore. Si attende la riunione della direzione della Margherita di venerdì. Lì si vedrà cosa pensa il corpo del partito dell´idea di una delega a Prodi. Franceschini qui frena: «Sulla lista unica alle regionali e la federazione i fatti sono sempre gli stessi. Dl ha già deciso». La massima concessione che si può fare all´ipotesi di riproporre Uniti nell´Ulivo nelle amminstrative del 2005, è il compromesso proposto da Franco Marini: saranno le regioni caso per caso a decidere. E Marini, segretario organizzativo dei Dl, resta l´ago della bilancia nel rapporto tra Prodi e la Margherita. È lui che dirige le danze a livello locale e non darà molti via libera nelle regioni al listone. Anzi, la battaglia della Margherita adesso è contro le liste civiche che hanno annunciato la loro presenza nelle regionali. Una scelta che non piace all´ex segretario del Ppi e che riaccende un clima di sospetti.
Comunque, Prodi può registrare alcuni segnali distensivi. Per esempio, la mail di Rutelli di ieri mattina, seguita da un colloquio telefonico nel pomeriggio tra i due che viene definito «cordiale». Il segnale della soddisfazione espressa prima da Rutelli e poi da Prodi con un comunicato, va registrato come un progresso. Non è un caso che i socialisti, i più prodiani in questa fase, esprimono prima tutte le loro riserve sul clima del centrosinistra e poi in serata correggono il tiro con Villetti annunciando che si «aprono spiragli». Ma dopo lo strappo della lettera, Prodi non può accontentarsi dei piccoli passi. Neanche della prima riunione del gruppo di lavoro per le regole della federazione. Lo fa capire il presidente federale della Margherita Arturo Parisi che parla ancora di nodi da sciogliere. Mancano gli organi dirigenti della federazione, vero passaggio per dare vita a un soggetto politico, e Prodi vorrebbe aprire una discussione sui candidati. Non sul numero di suoi fedelissimi, ma sugli uomini più giusti da presentare nei collegi difficili. Una scelta, ha fatto sapere il Professore in questi giorni, che va fatta subito, per dare modo di lavorare fin da ora nelle zone di «frontiera». Ecco perché Prodi parla con i suoi collaboratori di «un processo per la federazione ancora aperto». Non dimentica gli altri alleati sottolineando che la lista marcia di pari passo con la Grande alleanza democratica. E la riunione si farà, ma non sarà più «del 4». «Possiamo guardare più avanti», quando il Professore avrà tutte le risposte.