ROMA — Romano Prodi si gioca tutto. Va allo scontro frontale con Rutelli e quella parte della Margherita che ha bocciato il Listone. Nessuna mediazione, nessun margine di trattativa. È un colpo di bazooka, quello del Professore. Alle 8 di sera, il leader del centrosinistra annuncia che alle prossime Politiche darà vita ad una Lista dell’Ulivo.
Una lista elettorale unitaria, da presentare nel proporzionale, aperta a tutti i partiti dell’Unione, dai Ds a Mastella. L’uno due del Professore matura dopo il vertice pomeridiano della Federazione, nel quale Rutelli e Marini ribadiscono il loro no al Listone. A quel punto, Prodi si chiude per mezz’ora nel suo studio, stacca il telefono e allontana i collaborato ri. E decide.
Decide « in solitaria » , come raccontano i suoi, di andare avanti, di rilanciare elettoralmente l’amato Ulivo, nonostante la maggioranza della Margherita sia contraria. Oltre che nella base e in se stesso, il Professore confida nell’appoggio degli alleati. Che, anche se spiazzati dall’accelerazione del leader, reagiscono immediatamente.
S e g n a l i d’apertura arrivano dalla segreteria Ds.
Fassino fa sapere che « tenere aperta la prospettiva dell’Ulivo è oggi un’esigenza del Paese » , mentre il socialista Boselli giudica « positiva la scelta di Prodi » e il verde Pecoraro Scanio promette « attenzione » .
Giornata campale sotto i cieli del centrosinistra. Prima ancora che inizi il vertice, a dimostra zione di quanto profonda sia ormai la distanza con Rutelli e soci, il Professore fa sapere che, senza Ulivo, lui è pronto a tornarsene a Bologna. « Il mio impegno — scrive in una lunga dichiarazione — potrebbe non esserci se venisse a mancare la lista dell’Ulivo » . E aggiunge: « Senza di essa verrebbe a mancare la base per una leadership forte » .
Non solo, « non ci sarebbe garanzia di vittoria elettorale e, quel che più conta, di stabilità e di governo » . Perché, prosegue a scanso di equivoci, non presentare la Lista unita ria « è una scelta non organizzativa, ma politica, profondamente politica » . Prodi sul punto di ritirarsi? Macché. Il contrario. Concluso il summit e metabolizzata « l’amarezza » per il definitivo no rutellian mariniano, il leader parte all’attacco. Via libera alla Lista ulivista, con lui in prima fila. Sì alla logica del « chi ci sta, ci sta » .
E pazienza, se qualcuno resterà fuori. La Federazione? Vivrà, ma di fatto solo sulla carta.
Linea che più dura non si può. È un siluro contro la Margherita e la triade Rutelli Marini De Mita.
Perché Prodi, a questo punto, è pronto ad andare alla conta elettorale, pur sapendo che potrebbe rivelarsi mortale per la creatura rutelliana. E nemmeno esclude l’ipotesi che la Margherita va da in frantumi di fronte alla sua accelerazione.
Hanno infatti il sapore di una chiamata alle armi le parole rivolte in serata da Arturo Parisi ai prodiani della Margherita: « Scissione è termine impegnativo — afferma il principale consigliere del Professore — , ma di certo gli ulivisti del partito non possono non sentirsi interpellati da questa proposta ( la Lista dell’Ulivo, ndr ) » .
E nel caso qualcuno non avesse ancora capito che aria tira, l’offensiva prodiana contempla anche l’ipotesi minaccia, ventilata dallo stesso Parisi nel vertice pomeridiano, di ritirare fuori la questione delle primarie, « nel caso qualcuno intendesse riproporre il problema della leadership » .