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12 Dicembre 2005

Prodi richiama il mondo coop: “Serve forte etica negli affari”

Autore: Marco Marozzi
Fonte: la Repubblica

ROMA – Coop attente: giusto vi occupiate di banche, ma non «omologatevi». La crescita è «indispensabile», la salvaguardia di un modello «imprescindibile». Parole di Romano Prodi nei giorni del caso Unipol.

Una vicenda che Massimo D´Alema liquida con un «nulla so», chiamando alla «trasparenza» l´informazione perché «per tutelare gli interessi della proprietà» rischia di «deformare la realtà».

Gianni Alemanno invece accusa il «silenzio assordante» di Walter Veltroni sui «pesanti rischi per Roma»: l´acquisizione della Bnl da parte di Unipol «porterà a Bologna il cuore della banca» e «l´unico grande istituto di credito della capitale rimarrà la Banca di Roma».

Il ministro di An, candidato da Fini per il Campidoglio, avanza anche preoccupazioni per i posti di lavoro. La conquista Unipol, attacca, «produrrà una serie di esuberi per la duplicazione delle direzioni centrali».


«Le cooperative, le banche cooperative – dice Prodi – devono crescere. Ma non perdere la loro natura, la loro specificità. Altrimenti non si capisce perché sono tutelate da leggi differenti».

Non pronuncia la parola Unipol – «non sono informato a sufficienza» – ma parla di «etica forte» che deve segnare la vita del sistema cooperativo. «Vedete un po´ voi» risponde a chi gli evoca il colosso assicurativo della «rossa» Lega coop, la sua scalata alla Banca nazionale del lavoro, i rapporti fra Gianni Consorte, Gianpiero Fiorani e i suoi amici.


Al candidato premier del centrosinistra, che è andato a parlare di coop e banche a un convegno della Confcooperative a Parma, sono piaciute le posizioni espresse dal presidente della cooperazione «bianca», Luigi Marino.

Questi, augurando a Consorte e al suo vice di «superare indenni i passaggi giudiziari», da una parte ha affermato: «L´Unipol è una Spa. Non solo può fare, ma le deve essere consentito ciò che fanno altre società finanziarie, altre banche, altre assicurazioni».

Dall´altra però ha marcato la differenza critica rispetto alla scalata Unipol a Bnl: «Non rientra nella missione mutualistica» di qualsiasi cooperativa «uscire in modo rigido dal proprio seminato».

E Alessando Azzi, che guida l´associazione delle 438 Banche di Credito Cooperativo, nate dalle antiche Casse Rurali, ha innalzato la «democrazia economica» e la «pratica di non omologarci».

Tesi condivisa da Prodi, favorevole a cambiare la legislazione per permettere alle banche cooperative – «senza rinunciare ai principi costitutivi» – di crescere oltre gli attuali vincoli. «In molti campi sono questi istituti a obbligare l´intero sistema bancario a migliorarsi, come sui costi dei servizi».


Una visione appoggiata da Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit. «Tutti ci auguriamo che la nuova legge sul risparmio venga approvata rapidamente. Le banche cooperative sono un grande esempio di rapporto fra territorio e finanza».


Se da sinistra sull´Unipol vi è prudenza, da destra si spara. Alemanno cavalca la «preoccupazione» di Marino e attacca: «C´è il rischio di una strumentalizzazione economica delle finalità mutualistiche che devono ispirare tutto il movimento cooperativo».

Parla di «una struttura troppo piccola come Unipol che cerca di mangiarsi una realtà economicamente molto più grande come Bnl». Accusa un «pericoloso coacervo cooperativistico, assicurativo e bancario».


Ma D´Alema taglia corto: «Non credo che la maggior parte dei cittadini guardi con interesse alla vicenda come fondamentale per la sua vita».

Gli italiani, dice il presidente Ds, «voteranno non sulla base di vicende bancarie che appassionano solo gli addetti ai lavori, ma sui conflitti di interesse, la pace e la guerra, lo sviluppo economico della vita reale delle persone».