ROMA – E se l´incontro di Prodi con i gruppi parlamentari della Margherita diventasse più importante del vertice dell´opposizione di lunedì? Lo stesso giorno, dopo la riunione con i segretari, il Professore incontrerà i deputati e i senatori di Dl per parlare della federazione dell´Ulivo. Può essere un modo per rivolgersi direttamente al partito che ha contribuito a fondare «scavalcando» Francesco Rutelli? Prodi è interessato a un dialogo più intenso con la Margherita spostando così gli equilibri interni al partito? Quello che è certo è che ormai siamo alla vigilia della fine del mandato europeo di Prodi (fine ottobre) e una delle strade scelte dall´ex premier per imporre il suo progetto alla forza politica che più sembra ostacolarlo, potrebbe essere proporsi come leader ombra della Margherita. Anche perché il clima con Rutelli è di nuovo tendente al freddo. Il presidente di Dl ha rilasciato un´intervista al Corriere che suona come un nuova frenata sui poteri della federazione e lega gli assetti futuri del centrosinistra al risultato delle regionali. Se le cose vanno male, si potrebbe ridiscutere anche la leadership.
Ai prodiani questa posizione non piace. A Prodi tantomeno. Il presidente della commissione ha commentato con fastidio l´ennesimo stop, ma ha rimandato i giudizi pubblici al vertice di lunedì. Il gelido “no comment” dei suoi fedelissimi è tutto un programma. Non a caso, ieri, al tavolo delle regole, il professor Pietro Scoppola, rappresentante di Prodi alla riunione, ha rilanciato l´idea della federazione come un soggetto politico autonomo: «Le competenze della lista devono essere estese a tutti gli argomenti del dibattito politico. E se non c´è l´accordo tra i partiti, l´ultima parola è quella di Prodi, è lui che decide». Una forzatura che forse risente delle ultime tensioni. Con malizia i prodiani fanno anche notare che le parole di Rutelli hanno raccolto più consensi nel centrodestra che fra gli alleati. Il coordinatore della segreteria Vannino Chiti avverte: «Le regionali sono un banco di prova per tutti, non solo per Prodi». Il socialista Roberto Villetti sdrammatizza: «Sui contenuti e sulla federazione le distanze sono colmabili. Ma il voto del 2005 non sarà la primaria per Prodi». E anche il capogruppo della Margherita Pierluigi Castagnetti non vuole alimentare lo scontro: «L´incontro con i parlamentari lo abbiamo chiesto noi. E lo abbiamo fatto due mesi fa, poi c´è stata l´estate e l´incontro è slittato a questi giorni». Ma è Prodi ad aver scelto la data, in coincidenza con il vertice dell´opposizione.
Sullo sfondo ci sono le resistenze che il Professore non vede cancellate. E la minaccia di «non esserci» nel centrosinistra come candidato premier rimane ancora valida. Castagnetti garantisce che la linea della federazione è ormai un patrimonio di tutta la Margherita, «che nessuno vuole tirare troppo la corda, nemmeno Rutelli». Ma le cose da chiarire sono ancora molte: la scaletta del vertice di lunedì prevede un documento comune sulla Finanziaria (che stanno preparando Letta e Bersani), le primarie, i candidati delle regionali. Non i poteri della federazione, che si discutono nel tavolo ad hoc. Primo via libera alle decisioni a maggioranza: ci vorrà un quorum di due terzi. Ma sulle competenze Franco Marini ha stoppato Scoppola: «Dl è l´unico partito ad aver già deciso e non ci torniamo sopra». Il gruppo di lavoro sulle regole tornerà a riunirsi giovedì.