7 Dicembre 2004
Prodi, la luna e il dito della destra
Fonte: Europa
Questa polemica sui mercenari berlusconiani davvero stupisce. Prendersela con i ragazzi non sta tanto bene? Sì, può darsi. Però vale la pena di cercare di capire il senso vero di questa storia. Prodi non pensa certo di vincere solo alzando il tiro. Si vedrà ben presto l’altra idea d’Italia che noi abbiamo e su cui chiediamo il consenso degli italiani. Già da sabato prossimo alla manifestazione di Milano. Né è certo nello stile di Prodi concedere al suo avversario la scelta del campo di gioco a lui più favorevole. Attendiamoci comunque una campagna elettorale dura, lunga e dura, perché sono in ballo due concezioni opposte di politica, di democrazia e di paese, nonostante sia terminata da un pezzo la stagione delle contrapposizioni ideologiche. Dopotutto l’Italia non cessa di essere “unica”. Dunque allacciamoci bene le cinture perché capiterà spesso temo nei prossimi diciotto mesi che oltre al confronto fra due progetti politici diversi dovremo, dinanzi ad iniziative e provocazioni della destra, rendere chiara la nostra indignazione morale e politica. Prodi ha sicuramente colto in questa idea di stipendiare i propagandisti un ulteriore passo verso il degrado della politica. È vero che soprattutto in altri tempi, molti partiti, in particolare quelli della sinistra, disponevano di una fitta rete di funzionari, di professionisti a cui era affidato il compito di far muovere la macchina dell’organizzazione. Era un mestiere. La proposta però di affidare il compito della “trasmissione della fede” a “missionari” stipendiati, configura un salto di qualità: si arriva a pagare la militanza. Una “novità” del genere non dovrebbe sfuggire a nessuno, a nessuno che voglia guardare la luna e non il dito. Anche perché non è difficile prevederne gli sviluppi. E la preoccupazione nasce in un momento in cui l’esito del confronto politico rischia di essere sempre più condizionato dalla forza del denaro, dalla sproporzione delle risorse tra gli schieramenti in campo. Ha fatto bene Parisi a ricordare l’altro giorno al “moderato” Follini che mentre da quella parte si pensa a cancellare la par condicio e a modificare la legge elettorale con il solo criterio della loro convenienza, ci si scandalizzi per una denuncia che nasce solo dalla necessità di non sottovalutare il progressivo degrado “mercantilista” della lotta politica. Prodi solleva un problema di tutti. Anche di Follini.