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22 Luglio 2004

Prodi, da novembre un giro d’Italia: “Il neocentrismo è già sconfitto”

Autore: Goffredo De Marchis
Fonte: la Repubblica

«Farò quindici giorni di ferie. Ma non vi preoccupate, dopo torno alla politica italiana. Parteciperò a tutte le feste dei partiti del centrosinistra. E da novembre comincerò un giro per l´Italia». Romano Prodi tranquillizza così i 25 eurodeputati della lista Uniti nell´Ulivo riuniti a cena, martedì sera, a Strasburgo. Forse è vero, come dice lui, che nessuno «lo tira per la giacca» ma, nel pieno della crisi polista, tutti vogliono sapere quando sarà più presente sulla scena italiana.

Glielo aveva chiesto anche Giampaolo Pansa sull´ultimo numero dell´Espresso e il Professore gli ha risposto con una lettera che apparirà domani sul settimanale.

È un messaggio che viene dopo un giro di telefonate con i leader del centrosinistra e soprattutto dopo l´incontro più significativo di questa prima fase: il faccia a faccia con Bertinotti martedì pomeriggio all´Europarlamento. Un´ora e mezzo di colloquio, addirittura «affettuoso» secondo alcuni. Anche Bertinotti ha incoraggiato Prodi «a prendere consapevolezza dei nuovi tempi della politica italiana, della possibilità di elezioni anticipate». E ha

insistito sul punto essenziale per Prc: «Romano, devi stringere sul programma». E di progetto, di una piattaforma programmatica, Prodi parla anche nella lettera all´Espresso: «Torno per vincere – è il suo esordio –. Ma stare insieme non basta, noi dobbiamo costruire un programma di governo che nasca da un dialogo sempre più sistematico con il Paese». Da qui nasce l´idea di «un lungo viaggio, città per città, per mesi e mesi. A questo intendo dedicarmi dopo novembre. Per capire i bisogni profondi del Paese, non possiamo permetterci di ripresentare le proposte del 1996». Prodi parla della federazione, «che dobbiamo far decollare. E non attribuisco grande importanza ai sussulti quotidiani». Invece ha notato anche lui le manovre neo centriste. «Ma non ne faccio un dramma perché le ritengo irrealistiche e irrealizzabili». È bastato poco per dimostrare che «il bipolarismo regge e gli italiani sanno che il ribaltone dei centristi porterebbe solo all´instabilità e al disastro». Poi attacca rivolto sia al centrodestra sia al centrosinistra: «Non nego che qualcuno ci provi. Nego che possa avere successo». C´è un riferimento indiretto alla Margherita che è riecheggiato anche durante il colloquio con Bertinotti. «Il mio principale nemico è la tentazione neocentrista – ha detto il Professore – ma Fassino e D´Alema mi sostengono senza incertezze». Pure il segretario di Prc, in questi giorni, ha visto i leader diessini. E Fassino sostiene che le primarie «rafforzerebbero Prodi».

Prodi introduce subito due temi. La Rai, indicando la strada della privatizzazione: «Considero indispensabile una riforma che la renda indipendente e che la obblighi a misurarsi con il mercato. Per evitare la vergogna di oggi e anche gli errori di ieri del centrosinistra». Poi, i temi istituzionali: «La presidenza di una delle due Camere va offerta all´opposizione. Ci provammo già nel ?96, stavolta, se vinciamo, dobbiamo farlo sul serio. Il bipolarismo si costruisce sulle regole».

Prodi accelera, fa sapere che c´è, anche se non è sicuro delle elezioni anticipate. «Pensavo che avremmo avuto più tempo – ha detto alla cena degli europarlamentari – ma forse bisogna prepararsi per il 2005».

Positive le prime reazioni al messaggio del Professore. Per Rosy Bindi è una boccata «di fiducia per il centrosinistra». L´Udeur apprezza «la voglia vincente di Prodi». Pecoraro Scanio chiede una riunione dei leader del centrosinistra e boccia le primarie.