ROMA – Il dubbio alla fine viene ad Antonio Di Pietro. Ma la relazione di Fassino era «liberaldemocratica», come ha capito lui, o magari «socialdemocratica» come sta dicendo Fausto Bertinotti? Al leader del Prc infatti è tanto piaciuto Piero che «abbandona l´idea di una sinistra liberale» per tornare appunto all´approccio socialdemocratico, pur «restando sordo alle istanze dei movimenti». Tonino, nel dubbio, si ripromette di chiedere lumi direttamente a Romano Prodi, che intanto però dall´Eur va via raggiante: accoglienza strepitosa al congresso e in tasca un lasciapassare che da ora in poi non consente più dubbi sulla sua leadership. Forse proprio perché il segretario ds ha messo dentro la sua relazione l´uno e l´altro, pezzi di tutti e due i «modelli» sociali. Il Professore dunque ha parole di puro elogio per il discorso di Fassino, «di una straordinaria forza riformista e unitaria. Su questa linea noi penso che andremo avanti assieme: molto avanti». All´Italia, aggiunge il leader dell´Ulivo, «stiamo offrendo una piattaforma di governo reale, concreta e seria». E si prepara, Prodi, come anticipa anche Walter Veltroni, a misurare la forza del suo consenso nel saluto che rivolgerà stamattina alle assise. E´ piaciuto molto, agli alleati della Fed, il Fassino super-unitario, e tutti sono convinti che giusto dal congresso della Quercia, oltre al rafforzamento della leadership prodiana, è scattato il segnale per tradurre da domani il progetto in operazione concreta. Lo pensa Rutelli, «è una relazione coraggiosa, che rafforza le ragioni dell´unità della federazione dell´Ulivo e della nostra sfida comune per tornare al governo del Paese». E allo stesso tempo, il presidente della Margherita dà atto a Fassino dell´orgoglio con cui ha rivendicato «una storia e di una identità dei Ds cui va la nostra amicizia». Un discorso che è piaciuto a Boselli, a Pecoraro, che ci avrebbe voluto però più ambiente ed ecologia, a Mastella che sospira «tutto bene tranne l´apertura a Pannella». Ma il leader radicale incassa il riconoscimento di Fassino, riesce a parlare anche con Prodi, e Capezzone dichiara che all´Eur si è fatto un «passo avanti» sulla strada del dialogo.
E sotto la Quercia? D´Alema: «Piero ha presentato una piattaforma molto forte e convincente. Credo che da oggi nessuno potrà dire che noi siamo soltanto un cartello del no». Ma Mussi, leader del correntone, nota che sono spariti dalla relazioni «tutti i problemi e le difficoltà della Fed», e lo dice anche Cesare Salvi: «Male su Fed e primarie. Meglio sui temi sociali». E anche ad Epifani è piaciuto il Fassino che parla di «identità sociale» anche se mancava qualcosa. Cosa? Lo sapremo nell´intervento del leader Cgil. Infine, gli ospiti della Cdl. Se Gianni Letta non esterna, il presidente della Camera riconosce che quello di Fassino è stato un intervento «serio ed efficace», mentre Follini invia al segretario dei Ds un messaggio assai poco berlusconiano: «Il tempo delle reciproche demonizzazioni è alle nostre spalle». La Russa infine non si fa pregare. Bene il segretario ds che fa «autocritica» su Saddam, male quello che attacca la destra.