ROMA — La Margherita è giunta sull’orlo della scissione. Gli eventi potrebbero precipitare addirittura già oggi, nella riunione dell’Ufficio di presidenza del partito. In quella sede Arturo Parisi pronuncerà il suo atto d’accusa contro Francesco Rutelli e detterà le condizioni dei prodiani.
Chiederà il sostegno pieno da parte della Margherita a Romano Prodi, affronterà nuovamente il nodo della lista unitaria, porrà il problema del tesseramento gonfiato e affronterà la questione della « scarsa trasparenza interna » .
Dopo quell’incontro i parisiani stabiliranno se andare avanti con la scissione o no. Questa linea di comportamento è stata assunta dopo una sequela infinita di incontri. « Vediamo che c’è un atteggiamento di rottura » , commenta a tarda sera lo stesso Parisi. E aggiunge: « La Margherita di Rutelli e Marini non corrisponde più al progetto originario » .
Per quanto possa sembrare paradossale, chi può impedire a Parisi e a Prodi di giungere alle estreme conseguenze è un altro attore politico che nulla c’entra con la Margherita. Cioè Piero Fassino.
Se non vi sarà scissione, sarà per l’intervento di Fassino su Prodi, sarà perché l’ex presidente della Commissione Ue si sarà dovuto alla fine piegare alle ragioni dei partiti della sua coalizione.
Il segretario dei Ds è convinto che non si possa « sostituire » Prodi. Ma è anche certo che la rottura della Margherita sarebbe una iattura da scongiurare a tutti i costi perché porterebbe nuove e dolorose divisioni nel centrosinistra. Perciò il leader della Quercia in questi ultimi due giorni ha parlato a più riprese sia con Prodi sia con Parisi, nel tentativo di evitare che il treno della Margherita deragli.
« Io — ha raccontato Fassino ad alcuni colleghi della coalizione — ho spiegato sia a Romano sia ad Arturo che la scissione avrebbe delle conseguenze insostenibili. Del resto, quella dell’Ulivo senza la Margherita non era assolutamente l’idea originaria » .
Riuscirà Fassino nel suo intento? Anche se alcuni prodiani hanno messo in giro la voce che in realtà il segretario dei Ds stia facendo il gioco della parti con Massimo D’Alema ( che invece non nasconde la sua intenzione di andare avanti comunque) Rutelli ha detto ai suoi che si fida di Fassino e che è convinto che il leader della Quercia stia veramente facendo il possibile perché non si giunga a una rottura insanabile.
E il lavoro di ricucitura del segretario è sostenuto dalla maggior parte della Quercia, dove personaggi di spicco come Pierluigi Bersani sono convinti che occorra cercare fino all’ultimo un compromesso interno ai partiti della Federazione. Tant’è vero che lo stesso Massimo D’Alema, ieri, ha dovuto ammettere che la « rottura nella Margherita rappresenterebbe un problema per il centrosinistra » .
Che i Ds vivano male l’offensiva prodiana è testimoniato da due episodi. Uno è avvenuto ieri pomeriggio nel Transatlantico di Montecitorio. La diessina Fulvia Bandoli ha così apostrofato il socialista Roberto Villetti che è un prodiano doc.
« Sappi che se provocate la scissione della Margherita, si dividerà anche il nostro partito e questo non sarà un bene » . L’altro episodio, altrettanto indicativo, è la decisione della Quercia di commissionare un sondaggio sulle potenzialità elettorali di un’eventuale lista Prodi.
Ebbene, i dati in possesso dei Ds attribuiscono a una formazione di quel tipo il 5 per cento. Insomma, al sondaggio di Piepoli che dava alla Lista Prodi addirittura il 18 per cento si risponde con un altro sondaggio. È una guerra dei numeri che la dice lunga sulla realtà dei rapporti all’interno del centrosinistra.
Dunque, tocca a Fassino cercare di fermare Parisi e Prodi. Che non possono restare indifferenti di fronte al fatto che il leader del maggior partito della coalizione si oppone al progetto di scissione della Margherita.
Se vi sarà una frenata, se oggi Parisi addiverrà a più miti consigli sarà anche merito del segretario della Quercia. Ma lo stesso Fassino non può nascondersi quanto sia difficile il compito che si è assunto. Ieri, anche nelle dichiarazioni ufficiali, Parisi è apparso molto determinato.
Ed è stato durissimo nei confronti di Rutelli: « Lui e Marini — ha detto — hanno brindato all’insuccesso del referendum. Quindi non ci si può poi meravigliare delle avances di Berlusconi nei confronti della Margherita.
Comunque, il partito che brindando al trionfo degli astenuti si siede a cose fatte al tavolo dei vincitori, è ben lontano dal progetto della Margherita per l’Ulivo che fondammo nel 2002 » . Quasi un preannuncio di scissione, anche se ufficialmente i prodiani dicono: non siamo noi che facciamo la scissione, siete voi che ci cacciate.
A Parisi ha replicato con ironia Marini: « Vuol dire che gli offrirò del Krug, così non si lamenterà » . Mentre il responsabile Enti Locali della Margherita, Beppe Fioroni, ha respinto l’accusa con rabbia, definendola « inaccettabile » . È in questo clima che Fassino deve fare il mediatore.
Ma, comunque vada a finire, il leader della Quercia ha già conquistato un sostenitore. È Clemente Mastella, che dice: « Nella Margherita sono ai materassi: litigano pure sui brindisi. Se va avanti così e Prodi salta io proporrò il nome di Fassino, perché almeno lui metterà un po’ d’ordine » .