21 Ottobre 2005
Parisi e Rutelli, è quasi pace tra gli antagonisti del Listone
Autore: Goffredo De Marchis
Fonte: la Repubblica
ROMA – «Con Rutelli è difficile bisticciare». Ma discutere, dividersi, prendere strade opposte, ventilare scissioni, sì. È quello che è successo fino ieri dentro la Margherita, protagonisti lo stesso Rutelli e Arturo Parisi. «Francesco è una persona educata», dice il presidente dell´assemblea federale di Dl. Lui pure.
Ma adesso che il braccio di ferro sulla lista unitaria è finito, si può parlare di pace tra i due? Torneranno a incontrarsi, a ritrovare «l´amicizia e l´intensità», come le chiama Parisi, che avevano ai tempi dei Democratici?
Il professore della Margherita è un tipo che non si accontenta, al quale piace, appunto, l´intensità, cioè i passi decisi, possibilmente quelli che suggerisce lui. Ha le idee chiare e le difende testardamente, da vero sardo. Ma l´altra sera a Rainews 24, da Pierluigi Diaco, ha aperto uno spiraglio: «Il partito democratico mette fine alla divisione tra di noi».
Parlava di Rutelli, il leader del suo partito. Pace, allora? Riecco il Parisi puntiglioso, nel suo stile: «Diciamo che ci sono le basi per un confronto, per un incontro». Pranzo, cena, un week end insieme, una stretta di mano davanti ai flash? O cosa? Parisi non si sbilancia. Ma un tempo lo faceva, eccome.
«Guidavo i Democratici, l´Asinello, trovando in Francesco il mio principale alleato. Poi, io sono stato il principale sostenitore di Rutelli quando abbiamo deciso di candidarlo alla leadership del centrosinistra nel 2001».
A quei tempi la consuetudine era quotidiana: telefonate, incontri riservati, il lavoro sotterraneo di Parisi per convincere i leader della sinistra che era proprio l´ex sindaco di Roma l´uomo giusto per tentare la rimonta su Berlusconi. Si erano già frequentati ai tempi di Centocittà, il movimento dei sindaci, cioè di quella nuova classe dirigente nata con il maggioritario, per il quale Parisi ha combattuto e sul quale veglia, ormai senza molte speranze.
Cosa è successo, allora negli ultimi mesi? Tutta colpa del ritorno di Prodi, è il Professore a essersi messo in mezzo? Non è andata esattamente così. Il primo contrasto tra Rutelli e Parisi risale al marzo del 2002, primo congresso della Margherita.
L´ultimo giorno delle assise Parisi torna precipitosamente a Bologna, rifiuta nuovi incarichi. È il primo strappo con l´ex sindaco di Roma, avrebbe voluto che la Margherita diventasse subito una cosa diversa da una somma di partiti. Prodi non c´era ancora, lontano, a Bruxelles. Ma il vero grande solco viene scavato dopo il ritorno di Prodi.
E la rottura si consuma, quasi definitiva, prima dell´estate, quando l´assemblea federale della Margherita, su indicazione di Rutelli, vota il «no» alla lista dell´Ulivo. Da quel momento, confessa Parisi, «solo incontri formali negli organismi dei partiti e un dialogo attraverso i giornali».
Ora è quasi pace. Quasi, perché Parisi aspetta la direzione di oggi per vedere se Rutelli fa sul serio. E Rutelli deve dimenticare i giorni in cui Parisi gli voleva portare via un pezzo di partito. Quasi pace. Ma è la fiducia che va ritrovata.