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24 Giugno 2007

Parisi: “Basta stragi di civili”

Autore: Paola Coppola
Fonte: La Repubblica

Roma – Troppe vittime civili in Afghanistan, l’Italia dice basta e
chiede chiarimenti sul comportamento dei soldati impegnati nelle operazioni.
«Siamo in Afghanistan per sostenere il nuovo stato afgano e cooperare con le
sue autorità contro l’attacco terrorista». «Non siamo lì per combattere
contro il suo popolo». Alza la voce il ministro della Difesa, Arturo Parisi,
e fa sua la condanna del presidente afgano Hamid Karzai che ieri ha puntato il
dito contro gli attacchi «sconsiderati della Nato e delle forze della
coalizione». Bisogna trarre «le conseguenze» dalle perdite degli ultimi
giorni – almeno novanta vittime tra la popolazione nelle operazioni condotte
dai militari stranieri – «le inchieste non bastano più», scrive il ministro
italiano in una nota diffusa ieri sera subito dopo le dichiarazioni di
Karzai a Kabul.

Pochi giorni fa un altro appello a fermare le violenze contro i
civili era arrivato da un centinaio di ong afgane e straniere presenti nel
Paese che denunciavano la morte di almeno 230 persone nel corso delle
operazioni militari dall’inizio dell’anno. Una carneficina che deve essere
fermata. Per Parisi è arrivato il momento dei «chiarimenti e delle
assicurazioni definitive»: «La denuncia del presidente Karzai che attribuisce
ora non più alla sola coalizione, ma direttamente anche all’Isaf, nuovi
episodi e nuove gravissime perdite di civili ci chiama ad essere più
esigenti, molto più esigenti, e ci chiama a chiedere chiarimenti e
assicurazioni definitive», spiega Parisi.

Per parlare di questo il ministro
italiano contatterà il segretario generale della Nato, Jaap de Hoop
Scheffer. Sono parole che non mettono in discussione la partecipazione
dell?Italia alla missione ma chiedono spiegazioni sul comportamento dei
soldati impegnati nelle operazioni. Nella lotta al terrorismo le stragi di
civili non possono essere trattate alla stregua di danni collaterali. Come è
accaduto due giorni fa, nella provincia dell?Helmand, roccaforte dei Taleban,
dove da marzo è in corso un?offensiva contro la guerriglia. In un raid
notturno delle forze Nato sono morte 25 persone, tra cui nove donne e tre
bambini, colpiti “per errore” nelle loro case a Kunjak. L?Alleanza si è
scusata e ha aperto un?inchiesta. Prassi automatica e ripetitiva che fino ad
ora non ha mai portato ad alcuna conseguenza.«Le informazioni finora in nostro
possesso – continua Parisi – ci dicevano che le perdite civili afgane, che
alcuni definiscono danni collaterali e che io considero invece come se
fossero perdite nostre, facessero capo a iniziative autonome della
coalizione a guida Usa non coordinate con quelle dell?Isaf». E ricorda:
«Avevamo denunciato in ogni sede, e soprattutto in occasione dell?ultima visita
in Afghanistan, la loro gravità e ottenuto rassicurazioni che questi fatti
non si sarebbero ripetuti».

Ma la denuncia di ieri di Karzai – che rivolge
anche un appello a un migliore coordinamento tra le forze afgane e quelle
del contingente internazionale – non può restare inascoltata dalle forze
straniere impegnate nella lotta contro i Taleban. Per Parisi «gli episodi
che vanno ripetendosi con tragica sistematicità sono da ogni punto di vista
ingiustificabili» e «sono radicalmente in contraddizione con il fine per il
quale è in Afghanistan la Forza internazionale alla quale l?Italia prende
parte. Se il presidente Karzai dice che tutto questo non è accettabile, noi
dobbiamo ripeterlo con più forza». Il ministro precisa che l?Italia
continuerà a condividere le responsabilità che derivano dall?appartenere
all?Alleanza, ma chiede di trarre le conseguenze e forse anche rivedere le
regole della missione. Quella di rivedere le regole della partecipazione
italiana alla missione e di avere garanzie precise sul ruolo dei nostri
soldati è un?esigenza già sostenuta altre volte dal ministro che adesso ha
deciso di accelerare i tempi.Il suo intervento attira la polemica dell?Udc. Così
dal capogruppo alla Camera, Luca Volontè, arriva un invito a uscire
«dall?ipocrisia»: «se i nostri militari potessero estendere il loro mandato
e combattere come gli altri non ci sarebbe bisogno di bombardamenti aerei,
nei quali ogni precauzione possibile non può evitare al 100% la tragica
morte di uno o più civili», dice Volontè. E poi fa un appello a Parisi e
alla maggioranza: «I morti innocenti restano una ferita tragica di ogni guerra.
L?Italia “liberi” i nostri militari dalle morse comuniste che impediscono
azioni militari».