Si farà questo duello secondo
lei?
«Se non sarà ad armi pari, non credo».
Prodi mostra di non gradire le
regole votate in Vigilanza. Ma non sarà che il vantaggio nei sondaggi gli
sconsiglia di sottoporsi a confronti sempre rischiosi?
«In America i duelli si
fanno comunque a prescindere dai sondaggi. In Europa è normale che chi è
indietro li voglia fare e chi è in testa valuti costi e benefici. In Italia si
arriva all’assurdo che chi è indietro vorrebbe farli dettando le condizioni».
C’è però un problema: le regole votate a maggioranza si dovrebbero accettare
anche quando non sono gradite.
«Il faccia a faccia in tv è una scelta. E i
candidati premier scelgono se farli o no. Non è normale che chi insegue pretenda
di farli legando le mani all’antagonista, ad esempio con la conferenza stampa
finale del premier».
Dalle affermazioni di Prodi sembra che la Rai non sia un
campo neutro e che la stessa Commissione di Vigilanza non possa garantire la
correttezza di questi duelli.
«Il regolamento stabilisce solo il campo di gioco,
Rai Uno in prime time: ma è evidente che arbitro e regole vanno concordati tra
le due parti».
Se deve essere su Rai Uno, allora sarà Vespa il conduttore?
«Il
regolamento usa due parole: giornalista Rai. Non mi pare che Vespa sia l’unico.
Io aggiungerei: il giornalista deve essere concordato tra le parti».
Ha in mente
altri nomi in particolare?
«Non tocca a me decidere, ma alla Rai e ai due leader
delle coalizioni».
Siamo in piena guerra di sondaggi e Prodi ieri ha detto di
essere stabilmente in testa. Lei crede ad una rimonta della Cdl?
«No. Da oltre
una settimana il distacco è tornato stabile e penso che questa distanza resterà
tale fino alla fine di marzo. Nell’ultima settimana, quando una quota degli
indecisi si schiererà, il distacco potrebbe ridursi o ampliarsi».
A voi dei Dl
sembra efficace la campagna di Prodi?
«Penso che da un paio di settimane
l’Unione abbia trovato la chiave giusta con le proposte del suo leader sul cuneo
fiscale, sulla casa e sul bonus bimbi; e con il ritorno alla realtà, inteso come
il fallimento dell’azione del governo».
E’ partita anche la campagna della lista
dell’Ulivo, ma sembra che le candidature esterne vengano spese sul fronte della
«competition» tra Ds-Dl, piuttosto che sul progetto del futuro partito
democratico da costruire insieme. Che le pare?
«Gli esterni nella lista unitaria
non sono pochi, ci saranno anche quelli direttamente coinvolti da Prodi, che
verranno annunciati nei prossimi giorni. La campagna della lista unitaria sarà
la vera sorpresa della primavera ed era inevitabile che partisse con qualche
ritardo, vista la fatica che si sta facendo per costruire liste comuni tra
partiti diversi».
Se venissero confermati i sondaggi attuali, relativi a Ds e
Dl, il destino del partito democratico sarebbe segnato?
«Il traguardo del
partito democratico è inevitabile. Ma per investire sul futuro bisogna sentirsi
sicuri: uno dei modi è che gli equilibri tra le due forze, quelli di cui si
parla nei sondaggi, siano sostanzialmente confermati».
Ieri l’Unione ha
denunciato lo strappo sulle nomine. Come procederete in commissione?
«Le nomine
Rai denunciano un’atmosfera da saldi di fine stagione, anche se purtroppo la
lottizzazione in Rai non è una malattia che riguardi solo una stagione o una
parte politica».
Ed è curabile questa malattia?
«E’ una delle sfide più
difficili che si possano immaginare. Ma penso sia un dovere affrontarla: una
legge sul conflitto di interessi che tolga dal tavolo il rapporto tra la
politica e Mediaset è l’occasione buona per rompere il cordone ombelicale tra
partiti e Rai».