I miliardi di euro puntati senza batter ciglio in battaglie finanziarie che
parevano decisive per le sorti del sistema bancario e del Paese intero e intanto
le ville acquistate compulsivamente in ogni angolo alla moda – la Costa Azzurra
come quella Smeralda – da immobiliari con nomi dolcissimi come la Giorni Sereni,
la Frontemare e perfino la Patrimoniale degli Orsi (non quelli di Borsa, si
presume); gli scontri all’arma bianca sull’Antonveneta con un colosso del
credito come Abn Amro, combattuti sventolando la retorica del Davide padano che
si oppone al Golia globalizzatore e intanto – cita impietosa l’ordinanza del gip
Forleo – «prelievi diretti in contante dal caveau della banca» per spiccioli
come 5-600 mila euro; gli editoriali di fuoco del Financial Times e della stampa
anglosassone tutta contro Gianpiero Fiorani e Antonio Fazio «attaccato come una
cozza allo scoglio» e intanto l’implacabile «regola del 40%», la percentuale
delle plusvalenze agevolmente ottenute grazie agli ottimi consigli ricevuti, che
i clienti privilegiati «avrebbero dovuto retrocedere allo stesso Fiorani, al
Boni e allo Spinelli». E ancora, le dichiarazioni infuocate della Commissione
europea, con il temibile commissario al Mercato interno Charles McCreevy che
preannuncia per mesi missive durissime e ultimative alla Banca d’Italia, e
intanto una girandola di operazioni vecchie quanto la Borsa, che vanno dal
«portage» all’«insider trading», in moto perpetuo da quasi un decennio.
Ecco, stando alle accuse circostanziate della Procura di Milano e alla
valutazione che ne dà il gip nella sua ordinanza di arresto per Fiorani &
Co., nel crollo finale dei furbetti del quartierino – corrente lodigiana – spira
un profumo assai antico di italica furbizia. Quel che si vede è la lunghissima
istantanea di una banda del buco decisamente tradizionale, sebbene in versione
finanziaria spinta, che ai grimaldelli aggiunge le opzioni «put» e «call» e le
triangolazioni con il Lussemburgo, ma che non disdegna – sostiene il magistrato
– più tradizionali «creste» sulle spese dei correntisti. Ladri di galline,
insomma, sempre precisando che nella fase delle ipotesi accusatorie siamo e che
le galline in questione appaiono abbastanza appetitose. Un’immagine che riflette
di sicuro solo una parte del ruolo dell’onnipresente Fiorani nelle tre partite
finanziarie – Antonveneta, Bnl e Rcs – degli ultimi dodici mesi, ma che riporta
il mondo astratto delle grandi scalate, delle battaglie internazionali e delle
pensose paginate di dibattiti su ruolo e prospettive della vigilanza bancaria
alla sanguigna concretezza dell’accumulo della «roba»: le ville, i contanti, gli
scambi vorticosi di titoli dove restano sempre appiccicati alle mani un bel po’
di utili, se si vuole perfino i regali che a Natale da Lodi partivano alla volta
di Via Nazionale. E un’immagine di certo deludente per chi (ma chi?) era
convinto di aver visto nell’emergere prepotente di un nuovo, rapidissimo e
spesso misterioso capitalismo i segni di un’energia vitale dai quali il sistema
dei cosiddetti «poteri forti» tentava di difendersi con ogni modo.
In verità l’unico potere forte, il cui esercizio diventa peraltro
inevitabile in assenza di altri poteri che agiscano – come sarebbe loro spettato
– in via preventiva o comunque prima che fosse troppo tardi, si dimostra ancora
una volta quello dei magistrati. E in fondo, a voler leggere tra le righe delle
comunicazioni della magistratura – fatta la doverosa e un po’ ipocrita premessa
che un’ordinanza di custodia cautelare non è certo una condanna definitiva, ma
con la consapevolezza che un documento come questo pubblicato su tutti i
giornali costituisce in sé una condanna senza troppi appelli – si vede che
l’arma mediaticamente vincente, quella che oggi schiaccia Fiorani e il suo
entourage, è proprio la dimensione personalissima e strapaesana
dell’arricchimento di pochi «con notevoli danni per i medi e soprattutto per i
piccoli risparmiatori». Ecco che d’incanto il caso Lodi piomba accanto a nomi
come quello di Parmalat e Cirio perché quello che accade nell’empireo dei
mercati finanziari forse interesserà solo a pochi, ma quello che accade nel
caveau di una banca riguarda tutti noi.