Quando dicevamo che l´agonia politica di Berlusconi sarà una stagione
terribile, in cui maturerà il peggio, non immaginavamo questo: un cambio in
corsa delle regole del gioco a pochi mesi dal voto, con un ribaltone improvviso
dal maggioritario al proporzionale e una nuova legge elettorale tagliata a colpi
di maggioranza sulle esigenze del centrodestra, come un doppiopetto del
Cavaliere.
Dieci anni di maggioritario, un sistema che ha saputo garantire per due
volte l´alternanza al potere della destra e della sinistra, vengono dunque
bruciati in un falò privato ad Arcore, sacrificati all´incapacità delle forze
del Polo di trovare una ragione politica per stare insieme.
Il risultato è paradossale. Divisi su tutto e separati in casa, Udc e Forza
Italia ricorrono alla superstizione estrema del proporzionale, ma lo fanno con
due progetti politici opposti e inconciliabili. Casini e Follini vogliono
cambiare la legge elettorale per riprendere piena libertà di movimento e
liberarsi per sempre di Berlusconi. Il Cavaliere concede il cambiamento per la
ragione opposta: imprigionare ancora i centristi in questa campagna elettorale,
fingendo che l´intesa possa continuare, e la sua leadership anche.
In realtà è l´istinto della fine che guida l´azzardo di Berlusconi. Poiché
in questo paesaggio politico, istituzionale, normativo, ha già perso, il
Cavaliere prova a cambiare quadro e paesaggio. Annunciando di essere pronto a
ogni forzatura, anche nelle regole. La prima è una legge disegnata sulle
esigenze attuali del Polo, che trasforma in handicap elettorale la morfologia
del centrosinistra.
Con lo sbarramento al quattro per cento, com´è noto, i piccoli partiti
(come i Verdi, i Comunisti Italiani, lo Sdi, il movimento di Di Pietro) portano
voti alla coalizione cui appartengono, ma non prendono seggi. Ed ecco che nella
nuova legge elettorale il premio di maggioranza non va alla coalizione che
prende più voti, ma più seggi, in modo che se anche l´Unione confermerà i
sondaggi vincendo con una larga maggioranza di voti, potrebbe trovarsi con
questo artificio minoranza in Parlamento.
Prodi e i suoi hanno già parlato di “legge truffa”. In raltà è un´altra
legge ad hoc, ad personam, nel solco del quinquennio berlusconiano. L´Udc deve
aver avuto un soprassalto di vergogna, perché ha annunciato che in Parlamento
correggerà la norma, in quanto vuole “vincere senza barare”.
Dunque è una legge da bari, quella che arriva alle Camere. Non occorre dire
altro. Salvo chiedere a Follini e Casini se è questa la cultura centrista,
istituzionale e moderata, che hanno decantato per tutta l´estate. Ricordare a
Fini che solo pochi anni fa si batteva per il maggioritario. E consigliare a
Berlusconi di non travolgere regole e istituzioni nel vortice della sua
disfatta, perché la repubblica gli sopravviverà, anche se per lui è
inconcepibile.