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18 Febbraio 2004

Lettera al Foglio

Fonte: Il foglio



Ieri il giornale di Ferrara scriveva:

Circola voce  che in caso elezione al parlamento europeo Arturo Parisi e Massimo D’Alema si dimetterebbero dal parlamento italiano. Ma quasi nessuno ci crede.


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Caro direttore, circola voce che anche per il Parlamento Europeo per essere eletti bisogna candidarsi.

Circola altresì voce che se un parlamentare nazionale dovesse essere eletto  è bene che opti per un incarico e non  pretenda invece di svolgerli contemporaneamente tutti e due.


Lo dice il buon senso e il rispetto verso le istituzioni e i cittadini, lo scrive una direttiva della Unione Europea mai recepita dal nostro paese.


Io non so se sarò candidato nè tanto meno se sarò eletto: ma assicuro che nel caso di una candidatura e di una eventuale elezione opterò per un solo incarico. Naturalmente quello di europarlamentare. Non sarebbe infatti  serio candidarsi ad una carica senza assicurare agli elettori che anche se eletti non potremmo assicurare loro di dar seguito al voto che noi stessi abbiamo richiesto.

Lo dico per me. Ma credo che non possa non valere per tutti a cominciare da chi come il nostro Presidente del Consiglio si appresta ancora una volta a chiedere agli elettori di essere eletto pur sapendo di non essere neppure eleggibile.


Grazie per l’ospitalità


Arturo Parisi

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La risposta del Foglio:

 


E’ incompatibile ma non ineleggibile, il nostro Cav, è la differenza è tutta lì: ciò che è legale si può fare, se c’è ragione politica per farlo.
Con rispetto per la sua scelta.